Che fine ha fatto “l’attacco Mercalli?”

Dire che adesso la strada è tutta in salita è un eufemismo. Il pareggio colto dal Napoli a San Siro con il Milan per 0-0, e la conseguente vittoria della Juventus con la Sampdoria per 3-0, ha fatto volare i bianconeri a +6 in classifica. Un margine difficile da recuperare, soprattutto ad una formazione cannibale come quella bianconera.

FLESSIONE EVIDENTE

Eppure fino a poche settimane fa il Napoli era lì, in testa, con la Vecchia Signora a rincorrere. Ormai non lo si può più nascondere: gli azzurri sono in calo. Nelle ultime sei partite (Roma, Inter, Genoa, Sassuolo, Chievo e Milan), il Napoli ha raccolto 2 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta; per un totale di 9 punti su 18 disponibili. Troppo pochi per chi ambisce alla vittoria di uno scudetto. Una frenata fin troppo evidente, rimarcata da un altro dato: quello dei gol fatti.

ATTACCO SPUNTATO: I NUMERI

Sì, perché se le reti subite in queste gare sono 6 (pesano le 4 subite dalla Roma), il vero dato preoccupante è quello di un attacco che non sa fare più gol. Solo 6 i gol messi a segno nelle stesse partite sopracitate, delle quali soltanto 2 realizzati dagli attaccanti titolari della squadra di Sarri. In un mese e mezzo le bocche da fuoco del Napoli si sono prosciugate. Mertens e Insigne non vanno in gol dal match del 3 marzo con la Roma, Callejon addirittura dalla gara contro il Cagliari del 26 febbraio.

CHE FINE HA FATTO “L’ATTACCO MERCALLI?”

La domanda viene spontanea: che fine ha fatto quello che fine a pochi mesi fa veniva soprannominato “l’attacco Mercalli?”. Quel trio di attaccanti che sapevano distruggere ogni difesa al loro passaggio, proprio come un terremoto. Anche i numeri confermano la sofferenza degli avanti partenopei. Lo scorso anno i tre attaccanti azzurri hanno realizzato da soli ben 60 gol in campionato (Mertens 28, Insigne 18 e Callejon 14). Impietoso il confronto con la stagione in corso, con lo stesso terzetto fermo a quota 33 gol (Mertens 17, Insigne 7 e Callejon 9), circa la metà rispetto lo scorso anno, anche se ci sono ancora 6 giornate da disputare.

La flessione è sotto gli occhi di tutti. Il Napoli ha migliorato il suo score difensivo (lo scorso anno 39 gol subiti, mentre adesso si è fermi a 21), ma ha peggiorato quello offensivo. Un po’ come una coperta troppo corta che se tirata da un lato, scopre inevitabilmente l’altro.

RECUPERARE È ANCORA POSSIBILE

E invece no, perché la formazione di mister Sarri ad inizio stagione aveva dimostrato come le due cose potessero andare di pari passo. Basti pensare che nelle prime 11 giornate di campionato gli azzurri in ben 9 occasioni sono riusciti a realizzare più di 3 gol a partita.

E allora quale può essere la medicina a questo momento no? Ritrovare le energie mentali e la brillantezza per i guizzi vincenti, perché nonostante tutto il Napoli continua a giocare bene e a dominare le partite. Semplicemente per ripartire, in vista di questo rush finale di campionato, gli azzurri hanno bisogno di ritrovare al più presto le giocate dei tre campioni in avanti.

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Pasquale Giacometti

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