Il gol di Diawara fa bene al romanticismo, spesso assente ingiustificato nel calcio

In un calcio che va sempre più nella direzione del mero business, in cui la moneta induce uomini a tradire maglie baciate e altri a sacrificare i valori dello sport in nome della polemica e della battaglia verbale, il Napoli rappresenta uno dei baluardi del romanticismo, sacrosanta cornice del calcio.

Una partita così emozionante e con gli sviluppi che ha avuto la sfida tra Napoli e Chievo era ciò che serviva nell’ambiente Napoli. A tutti. Ai titolarissimi, alle riserve, al pubblico, al calcio.

Una scusa per continuare a crederci. Un motivo per prolungare un sogno che a tratti dà l’impressione di sembrare vero, avvicinandosi sempre più alla realtà. Un esito importante anche per il bene del campionato, che allontana così la sentenza definitiva e rimette tutto alle ultime sfide.

Certo, una sconfitta o anche un pareggio contro il Chievo avrebbe con ogni probabilità scritto la parola ‘FINE’ sul campionato, consegnandolo alla Juventus. Altrettanto vero è, però, che in quei pochi minuti che hanno significato il pareggio di Milik e successivamente il gol vittoria di Diawara, gli azzurri sono passati dalla disfatta più totale ad un episodio che potrebbe rappresentare una spinta in più verso l’impresa.

Un episodio che racchiude, inoltre, in sè, una carica di romanticismo e di emozioni che tanto bene fanno al mondo del calcio. Con le unghie e con i denti, aggrappati ad una stagione di grande lavoro, di sforzi e di traguardi, contro la sfortunata statistica delle tante occasioni create e lo sciagurato rigore sbagliato da Mertens.

Una vittoria di cuore, che ha generato genuine e sentite reazioni nel pubblico azzurro, che ha saputo emozionarsi davvero davanti alla dimostrazione che in tutto bisogna chiederci fino all’ultimo. Fino al 93esimo. Fino al 20 maggio. Fin quando sarà possibile non vi è motivo per non crederci.

MARCO BREGLIO

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