Nonostante i numeri da record, è un Napoli che non convince: urge invertire la rotta!

Una vittoria importante quella contro il Chievo che rimette gli azzurri nuovamente sul binario giusto, quello che li condurrà fino a Torino, verso la meta più attesa. Eppure quella del San Paolo è stata una strana giornata, un cielo terso senza nuvole, totalmente azzurro faceva presagire un pomeriggio altrettanto azzurroNapoli. Per fortuna che Milik e Diawara hanno fatto da para fulmini, contro un burrascoso temporale che si stava per abbattere. Quella consumata a Fuorigrotta, infatti, è stata una rimonta old style, di cui i  50mila accorsi allo stadio si erano disabituati visto il gioco espresso in campo dagli azzurri negli ultimi tempi quando il risultato era già sempre acquisito.

Napoli da record

Con questa sono 9 le rimonte stagionali e 25 i punti conquistati in esse: otto volte dal ko alla vittoria ed una volta dal ko al pari. Raggiunge quota 77 punti in classifica, migliorando le precedenti annate 2015/16 ed il 2016/17 entrambi a quota 67 con 20 successi, 7 pareggi e 4 sconfitte e con 21 punti conquistati nelle riprese, gli azzurri detengono anche un singolare primato di punti ottenuti nella ripresa a discapito dei +13 della Juventus ed al +12 dell’Inter.

Si può fare di più?

Eppure, nonostante le evidenti statiche di un Napoli da record , c’è ancora chi non si accontenta, c’è ancora chi fischia, chi abbandona lo stadio a 10 minuti dalla fine o chi vorrebbe scelte diverse da parte dell’allenatore. Aleggia sempre la sensazione che da questa squadra ci si aspetta di più, che possa sempre esprimere il miglior gioco di partita in partita. Non può essere così, ed il motivo è molto semplice se si pensa che a giocare sono sempre gli stessi undici. Insigne, Mertens e Callejon ormai parenti prossimi di Stakanov, Diawara torna a giocare 90 minuti solo perché Jorginho era squalificato, lo stesso vale per Tonelli che fa da staffetta con Albiol. Koulibaly da una parte e Hamsik dall’altra hanno sempre tenuto le redini dei rispettivi reparti. Va da sé, allora, la scarsa brillantezza nelle idee e negli ultimi 20 metri, il gioco lento e macchinoso e le prestazioni opache della difesa.

Undici titolari

Il punto della questione è sempre unico e solo: non si può combattere una guerra con un 11 giocatori-guerrieri arruolabili.  Ad un certo punto della stagione era preventivabile che sarebbe stato uno scontro fino all’ultimo tra Napoli e Juventus, e se quest’ultima riesce ad andare avanti, in tutte e tre le competizioni è proprio grazie alle copiose truppe di cui dispone. Era davvero difficile per la società allora operare sul mercato a gennaio? Il rischio era alto e si è deciso di correrlo, ma che sia da monito per il futuro: per poter andare avanti, se veramente lo si vuole, non si può essere in 11, perché questi record sono un’eccezione alla regola, ma fino a quando possono reggere?

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Martina Amitrano

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