A difesa di Pepe Reina

Manca l’ufficialità, che non arriverà di certo in tempi brevi, ma Pepe Reina è ormai già un ex calciatore del Napoli: il portiere spagnolo proseguirà la sua carriera in Italia, tra le fila del Milan. Non è ancora chiaro se da primo o da vice, quel che è certo è che dal prossimo primo luglio le strade del portiere spagnolo e degli azzurri si divideranno.

La piazza ha cominciato a mormorare: è chiaro che non sia il massimo sapere che, in un momento critico, e cruciale, della stagione in cui si rincorre il sogno-scudetto, un componente fondamentale del gruppo costruito da Maurizio Sarri sia già di un’altra squadra. I tifosi, o almeno una parte consistente, non l’hanno presa affatto bene. Motivazioni più che giuste ma chi vi scrive sente la necessità di prendere le difese del portiere spagnolo. Fa male, e farà ancor più male, per i più affezionati, veder partire un napoletano: dal primo momento in cui Pepe ha indossato la casacca azzurra è stato amore. Ma gli amori, anche quelli che fanno dei giri immensi e poi ritornano, prima o poi hanno una fine. Da un punto di vista di tifo, anche romantico, se vogliamo, la reazione sdegnata di parte del pubblico ci sta tutta. Ma la posizione qui presa è chiara: nessuno ha colpe, ciascuno ha fatto le sue scelte.

Dispiacerà per l’uomo, ma non può dispiacere per il professionista. Quella di Reina è una scelta di lavoro che farebbe chiunque. È stata una scelta anche costretta, in un certo senso, e sicuramente sofferta, ci mancherebbe. Il portiere ha palesato la volontà di continuare in azzurro, il Napoli ha detto no. Posizione lecita, anche quella del club, che ha deciso di cambiare profilo rischiando anche di perdere qualcosa nell’immediato ma di guadagnarci in prospettiva (l’età dello spagnolo, in questo senso, è una tesi a favore del club). Scelte e volontà differenti, rispettabili. Professionale, la scelta del Napoli. Professionale, anche quella di Reina. E poi il fatto che l’ex Liverpool si sia giustamente guardato intorno non mina la sua professionalità, il suo attaccamento alla maglia, la sua stessa volontà, pari a quella dei compagni, di chiudere un ciclo, il suo, col grande colpo, trasformando il sogno scudetto in realtà. Pepe ha fatto quel che era giusto: cercare una sistemazione, dato che non ha intenzione di appendere i guantoni al chiodo, onde evitare il rischio di restare senza una squadra all’altezza delle sue ambizioni e a condizioni economicamente diverse. Nessuno cancellerà mai quanto di bello Pepe ha regalato a Napoli e al Napoli, né viceversa. È stato un amore grande, che ha fatto il suo giro, che è tornato e che si concluderà. Con rispetto, gratitudine e senza ipocrisie. E, si spera, anche senza rimpianti o rimorsi. 

GENNARO DONNARUMMA

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