Sarri in conferenza: “L’unica clausola è che io non consideri il ciclo finito. Partita difficile, c’era il rischio trappola”

L’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, ha parlato in conferenza stampa nel post partita del match Benevento-Napoli vinto meritatamente dagli azzurri per 0-2. Queste le parole del tecnico toscano:

Come sta Milik? Il ragazzo si allena ancora a parte, non con il resto dello squadra. Il gap di forza tra i due arti era ancora troppo elevato per fargli provare le partite d’allenamento, non sarà pronto per sabato.

La questione rinnovo può influenzare l’ambiente? Se pensate questo state zitti. È l’ultimo pensiero in questo momento, il contratto c’è, con delle clausole. Il presidente vuole rivedere le clausole ma senza tenere conto che l’unica clausola che conta è che io non consideri questo ciclo finito. Se vedo che il ciclo può andare avanti non c’è problema.

Fin quando il ciclo è aperto? Il rapporto con i tifosi? Finché c’è crescita. Il rapporto con i tifosi e con la città è reciproco, è anche uno dei motivi che mi faranno decidere o nel bene o nel male. Se sento di non poter dare tutto a questo popolo farei fatica, se il ciclo va avanti non c’è clausola che tiene.

Pensiero sulla partita? Stasera la partita era più difficile di quanto si pensa vedendo la classifica. Per loro questo derby è più sentito, c’era il rischio di una trappola, loro hanno cambiato molti giocatori e hanno voglia di risalire la classifica. Siamo stati bravi ma non l’abbiamo chiusa. Se il Benevento non molla, in casa farà molto bene.

Il mercato influisce sul rinnovo? Influisce zero. Ho la fortuna di lavorare con Giuntoli che è un fuoriclasse e accetto tutte le sue decisioni. Ha fatto decisioni da uomo, non ha trovato giocatori adatti a noi e ha preferito prendersi le responsabilità senza mettere in difficoltà me o la società, ha le palle ma non avevo dubbi. Potrebbe influenzarmi il poter lavorare con Giuntoli.

Giudizio sulle occasioni? L’importante è che la squadra produca, anche se i nostri indici di realizzazione non sono così bassi. Nel secondo tempo abbiamo gestito la partita, se l’avessimo fatto 30 metri più avanti sarebbe stato meglio, non mi piace giocare nella nostra metà campo.

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