Jorginho: “Vivo la miglior stagione della mia carriera. Il più forte in squadra è…”

È un Jorginho tra poesia e consapevolezza quello che si racconta a La Repubblica. Il centrocampista italo brasiliano ha detto tanto della sua storia, partendo dal Brasile fino alla nazionale italiana, ovviamente con una grande importanza al Napoli:

Titolo di campioni d’inverno? sarebbe solo una soddisfazione: il premio parziale per il nostro lavoro. I conti si fanno a maggio e la strada è ancora lunga. Non basta essere primi a metà strada e non siamo così ingenui da farci delle illusioni. Mi è servito un mental coach, lasciai casa che ero bambino“.

Racconti, Jorginho…

Sembrava un gioco, anche se l’ho sempre preso sul serio. Mia madre mi accompagnava ad allenarmi in spiaggia, vicino casa nostra, dove il mare è più caldo e le balene vanno a riprodursi. Playa Imbituba è un luogo magico, specie per un bimbo. Ero un dormiglione: mi svegliavano il pallone e i rumori dell’oceano“.

Quand’è che ha salutato le balene?

Presto, è stata durissima. Avevo 15 anni quando sono andato via dal Brasile e ho iniziato la mia trafila nelle giovanili del Verona. Ma per fortuna a quell’età si è incoscienti, i sogni vincono sulle paure. La nostalgia invece non passa mai, anche se sono qui da una vita. Torno a casa appena posso. Respirare quell’aria mi dà tanta carica ed energia positiva“.

Il successo l’ha trovato in Italia, però…

Grazie ai miei sacrifici ed al Verona, che ha creduto in me. Ho capito che sarei diventato un calciatore a 17 anni, promosso in prima squadra“.

Quand’è che invece ha iniziato a sentirsi anche italiano?

Con la cittadinanza. Ma lo sono stato da sempre. Amavo l’Italia, avevo voglia di scoprirla. I miei bisnonni erano del Veneto, qui ho ritrovato anche le mie radici“.

Ha scelto la Nazionale italiana: se n’è pentito?

Macché: esordire con la maglia dell’Italia è stata una felicità enorme. Ho provato a prendere la parte buona anche di un’esperienza negativa. Ma ho ancora la pelle d’oca ripensando al momento in cui ho cantato l’inno di Mameli. Mi è passato davanti il film della mia vita: mia madre, le balene e i sacrifici fatti per arrivare a San Siro“.

Non sono bastati per andare al Mondiale, però.

Mi è dispiaciuto molto. Il mio nome nel tabellino di Italia-Svezia rimarrà per sempre una ferita, ma dentro di me so di aver dato tutto e potrò andare avanti a testa alta“.

Com’è potuto succedere?

Colpa di tutti, giocatori compresi. Ma non spetta a me giudicare il momento del calcio italiano. Devo onorare la maglia azzurra e questo Paese, che ormai è parte di me“.

Con Ventura che rapporto ha avuto?

Normale: alla fine lui mi ha dato una chance, che ho cercato di sfruttare al meglio“.

Poi è tornato volentieri da Sarri, però…

Con Sarri c’è molto più feeling e confidenza, lavoriamo insieme da tre stagioni. Il suo calcio è perfetto per le mie caratteristiche“.

Jorginho è un titolarissimo, nel Napoli.

Finora è stata la migliore stagione della mia carriera. Continuo a crescere ed ho più autostima. Sono felice di essermi meritato la fiducia di tutti. Sono il giocatore del Napoli che tocca più palloni durante la partita e fuori dal campo abbiamo un rapporto splendido. Nelle ultime due stagioni il nostro è diventato un gruppo granitico, nessuno escluso“.

Il primo posto non pesa?

Lo viviamo con spensieratezza: non ci stiamo mettendo pressione. Ci siamo lasciati alle spalle l’amarezza per la Champions, memorizzando però gli errori che abbiamo commesso e ci sono costati l’eliminazione. Gli eventi negativi vanno cancellati subito, voltando pagina“.

In Campionato il Napoli vola.

I 96 punti nel 2017 sono il risultato del lavoro fantastico che stiamo facendo e ci indicano la strada su cui dobbiamo proseguire, senza mai smettere di crescere“.

Basterà per lo scudetto?

La Juve resta la favorita: ha vinto sei campionati di fila e ha un gruppo super. Non dobbiamo pensare a loro, ma al Crotone: un avversario combattivo e un campo caldo. Il Napoli dovrà fare le cose al meglio, con organizzazione e personalità“.

Le piace giocare nelle feste?

Mi è costato un po’, in realtà: per la prima volta non ho potuto passare il Natale in famiglia. Ma siamo dei professionisti e lo dobbiamo accettare, che ci piaccia o no“.

Il 2017 sta per finire, cosa si aspetta dal prossimo anno?

A quella cosa di maggio non pensiamo, dobbiamo concentrarci su una gara per volta, a partire dal Crotone. Vinciamole tutte e il resto verrà da sé, compreso il triangolino bianco, rosso e verde“.

Parla da leader, Jorginho?

No, il leader del Napoli è Reina“.

Chi è invece il più forte?

Mertens, Insigne, Hamsik e Koulibaly, ma non dico l’ordine“.

Si sbilanci sul più simpatico…

Io. Ma anche Albiol non è male“.

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