L’Europa illumina il grande limite di Sarri (e non solo)

Le inspiegabili trasferte di Donetsk e Rotterdam buttano fuori il Napoli. Se l’ambiente vuole crescere, e sta dimostrando di volerlo fare, questo deve essere un fallimento. Il ragionamento sulla convenienza di uscire è sterile: non porta lontano, è limitato.

Chi vuole essere grande deve puntare a esserlo ovunque, sempre e comunque.

Il limite del mister

Maurizio Sarri, per ora, sta facendo un mezzo miracolo. Questa è la sensazione, figlia di un mercato incompleto. Eppure, secondo tanti, sarebbe bastato confermare la rosa: evidentemente, non è così. Una stagione lunga, complessa, potenzialmente storica meritava maggiori investimenti.

E l’allenatore avrebbe il dovere di valorizzare chi, invece, è già in rosa. Invece qui, per ora, emerge il grande limite di Sarri: la gestione del gruppo. Il mister, perfetto nella preparazione della partita, lascia grossi dubbi su quest’aspetto.

Si pensi a Donetsk: Mertens a riposo. Perché? Quando poi il belga – che, per inciso, salterà l’andata dei sedicesimi – ha giocato contro il Benevento. E quella sconfitta ucraina, oggi, pesa come un macigno.

Una cosa “semplice”…

Il gioco azzurro, studiato nei minimi dettagli, è limitabile, se non si va a mille. (Il calcio, in fondo, è una cosa semplice). E, purtroppo, la corsa – che deve essere “ragionata” – è il presupposto fondamentale. Forse è prematuro parlare di “benzina finita”, sicuramente serve più equilibrio.

Ma reggere il doppio impegno a certi ritmi, quando si gioca sempre e solo con lo stesso undici, è impossibile.

Altrimenti si arriva a serate come quella con il Feyenoord, con il destino che ti sfugge dalle mani. Capita lontano, in Ucraina, e, allora, è incontrollabile. Inutile, e stucchevole, prendersela con Guardiola – il paraculismo è, ora, più chiaro?

Semplicemente, era doveroso chiudere prima il discorso. Il Napoli, City a parte, era nettamente superiore alle altre due. Se c’è qualcuno con cui prendersela, è con sé e nessun altro.

Questa è la strada per la vittoria.

Ora, giocarsela!

È assurdo, quindi, perdere così contro il Feyenoord. Una squadra che già al San Paolo aveva dimostrato i suoi limiti e, volendo evitare di guardare alla Champions, è quinta (QUINTA) in Eredivisie. E, penso, nessuno creda che il campionato olandese sia così ostico.

È assurdo dover scegliere, per forza, tra una competizione e l’altra. Il Napoli non avrebbe vinto la Champions, chiaro, ma se la sarebbe comunque giocata. E avrebbe potuto regalare qualche altra nottata indimenticabile ai suoi tifosi

È assurdo, e chiudiamo qui, sottovalutare l’Europa League. Il Napoli ha il dovere di giocarsela, fino in fondo: un successo europeo sarebbe la linfa ideale per questo progetto. Servirà muoversi, bene e in tempo, a gennaio e servirà che Sarri abbia il coraggio di cambiare.

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