Prandelli: “Napoli-Juve sarà decisa da un episodio. Sono stato il primo a chiamare Insigne in Nazionale”

L’ex Ct della Nazionale italiana e attuale allenatore dell’Al Nasr, Cesare Prandelli, ha rilasciato un’intervista per il quotidiano Il Mattino.

Ecco le sue dichiarazioni sul Napoli: Nei big match come quelli di venerdì serve più testa che gambe. E quando c’è un duello tra le migliori, quello che conta è la forza delle proprie idee. In questo momento, l’unica verità è che c’è un Napoli stratosferico che fa sembrare tutti più piccoli di quelli che realmente sono. Il Napoli in questi dodici mesi è maturato molto nella consapevolezza di se stesso. Si guarda allo specchio e si piace, ha capito di essere una squadra vera. La Champions ha forgiato il carattere di questa squadra, le sfide ad alti livelli ne hanno formato una personalità forte, si vede che i giocatori non hanno paura di niente e nessuno”.

Continua così: “Quando ci sono partite così equilibrate, un episodio come una punizione può far pendere la bilancia da un lato piuttosto che da un altro. La partita è facile da decifrare, da un parte ci sarà un Napoli quadrato, dall’altro una Juventus in cui il singolo in ogni momento può colpire. Higuain è un catalizzatore, per questo può condizionare certe giocate. Paradossalmente se non gioca lui, la Juve potrebbe essere più imprevedibile. De Laurentiis e Agnelli sono depositari della nostra cultura, delle nostre tradizioni, conoscono il valore della maglia, il peso e il significato dei loro club. Ma benvengano i capitali strani, basta che non perdiamo i personaggi che hanno fatto la storia del nostro calcio”.

Conclude: Mertens a 28 milioni è un sogno per tutte le squadre, ma dubito che il Napoli lo lasci partire così facilmente. Il belga è un giocatore che non si pone limiti, si mette nelle mani del proprio allenatore, che si fida ciecamente di lui, che non ha nessuna voglia di vivere di rendita. Spalletti ha sempre lavorato con competenza ovunque. Ha dato il ruolo giusto a certi calciatori, ha dato concetti di gioco importanti. E ha il vantaggio di poter allenare la squadra per tutta la settimana. Fino a due anni fa anche Sarri aveva questa possibilità, ma alle coppe europee nessuno rinuncia col sorriso. Insigne può fare la differenza, oltre al genio mette in campo anche la saggezza. Fui il primo a chiamarlo in Nazionale, ovviamente mi fecero a pezzi. Lui, Verratti e Immobile stanno facendo bene dall’Under 21 di Mangia, e non a caso la prossima Italia punterà tutto su di loro. Avevo visto bene”.

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