Sconcerti: “La Juve ha 22 giocatori, il Napoli 15. Allegri, la vera squadra ancora non c’è”

Mario Sconcerti, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera, ha detto la sua riguardo la Juventus dopo l’ultima sconfitta contro la Sampdoria nel suo editoriale:

“Non è ancora tempo di dare giudizi sulla Juve, ma qualche impressione arriva. La prima è che il tempo non aiuta, qualcosa logora, lo dice ogni volta Allegri, lo ha ribadito Chiellini: manca concentrazione, questo deriva da un’abitudine che sfinisce. La Juve ha fatto così tanto che in momenti come questi è lecito aspettare. Ma parlandone è inevitabile trovarsi dentro la sua confusione. Non è chiaro quale sia la Juve.

Che formazione titolare ha quella di Allegri? Quali penalità comporta doverla scegliere diversa ogni volta? Sappiamo che esiste la Champions, ma quanto costringe i cambiamenti e quanto penalizza il cammino quotidiano? Diamo dei numeri, che sono poi tutto. Il calcio sarà anche estro, ma se non dà i numeri corretti è come un fisico non sano. La glicemia è un numero, il colesterolo e la stanchezza anche. E allora, nella sua formazione dal primo minuto, in quella titolare, la Juve ha rinunciato (o dovuto rinunciare) per 3 volte a Dybala, 5 ad Alex Sandro, 4 a Cuadrado, 3 a Pjanic e Matuidi, 11 a Marchisio, 3 perfino a Chiellini, 5 a Buffon, 8 a Douglas Costa. E’ chiaro che non si è gestito il meglio, si sono gestite le difficoltà.

E’ stata quindi per definizione una Juve in salita, e infatti ha 2 punti meno di un anno fa dentro un campionato che in testa è cresciuto. Mi sembra particolarmente seria l’altalena tra Buffon e Szczesny, destabilizza entrambi. Il portiere è un ruolo senza stanchezza fisica, mentre quella mentale arriva dal sentirsi in bilico. Oggi la Juve ha due titolari e sono troppi. Szczesny nel frattempo ha subito 5 reti nelle ultime 3 partite giocate, 7 delle 14 complessive in 5 gare. Troppe. Allegri, quasi in silenzio, ha deciso di non avere più un titolare, 8 gare Buffon, 5 Szczesny. Non c’è precedente. La Juve ha un suo tono in difesa e in attacco, nel resto vive di momenti, di occasioni. Questo è molto vicino alla confusione. E inficia anche il resto della squadra. Fanno 22 giocatori sparpagliati contro i 14 dell’Inter che è l’esempio opposto, la quindicina del Napoli. Tutto funzionerebbe se fosse un’alternativa alla fatica. Ma è evidente che sono scelte tecniche. E quando sono tante, significa che la vera squadra ancora non c’è”.

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