Le palle inattive e il gioco aereo: la condanna del Napoli

È successo ancora: i calci d’angolo hanno abbattuto il Napoli. Quelle palle inattive, grazie alle quali Sergio Ramos ha eliminato gli azzurri nella scorsa edizione della Champions, nonostante una difesa quest’anno forse più solida, si pagano ancora. E anche nel match di ieri sera hanno letteralmente condannato la squadra di Sarri ad una sconfitta che compromette seriamente la qualificazione: sugli sviluppi di 3 angoli, infatti, il City ha colpito una traversa e realizzato due gol.

In Champions, con la maggior parte delle squadre ben strutturate fisicamente e in cui il minimo errore di marcatura costa caro, le palle inattive valgono spesso il risultato. E nel caso in questione, dopo aver gestito con affanno le sfuriate palla a terra del Manchester City dopo l’infortunio di Ghoulam, un gol da calcio d’angolo a difesa schierata taglia le gambe. Come è successo anche col 2-1 di Stones, saltato su Maggio.

Problema di marcatura?

Così come voluto da Sarri, il Napoli marca totalmente a zona sulle palle inattive. Questa è probabilmente una scelta parzialmente obbligata, vista la bassa statura media degli azzurri, che a uomo non riuscirebbero a contenere ogni singolo saltatore. Una cosa però, è lampante: sono sempre i saltatori migliori, di cui già si conosce la pericolosità, a colpire. Stones e Otamendi, i due centrali del City, erano i due uomini più pericolosi, e forse una marcatura mista, con alcuni difensori azzurri in marcatura a uomo sulle maggiori minacce, con il resto a zona, avrebbero potuto arginare in parte questa situazione.

Anche la concentrazione individuale sembra rappresentare un problema, con i difensori azzurri anticipati nettamente in entrambi i gol aerei di ieri sera. Intanto, però, così come nella scorsa edizione, il Napoli rischia l’eliminazione per colpa di quei maledetti calci d’angolo.

 

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