Da Hoffer e Chavez a Mertens, Insigne e Callejon: oggi dolcetto, ieri scherzetto

Dove non c’è immaginazione non c’è orrore“. Così avrebbe detto Sir Arthur Conan Doyle riguardo alla più paurosa delle feste: Halloween. Non è proprio il caso dei tifosi del Napoli, i quali nel corso degli ultimi anni hanno visto passare all’ombra del Vesuvio moltissime “meteore“: calciatori giunti come delle promesse e andati via non solo senza lasciare il segno, ma finendo anche nel dimenticatoio.

E allora si può proprio dire essere il caso di Erwin Hoffer, un classe ’87 giunto a Napoli nell’estate del 2009 e ribattezzato come erede di Rooney. Tuttavia per lui la parentesi azzurra non è stata nemmeno da horror, ma disastrosa (considerate le aspettative). Infatti l’austriaco ha collezionato in maglia azzurra solo otto presenze in campionato (subentrando a Quagliarella, a quel tempo “bomber” del San Paolo) e tre in Coppa Italia, segnando un solo gol nel derby contro la Salernitana. O ancora si può fare l’esempio di Cristian Chàvez, attaccante argentino, anch’egli classe ’87 arrivato al Napoli alla fine della sessione estiva di calciomercato 2011. Per lui una sola presenza in maglia azzurra e tante polemiche sul vero costo del trasferimento. Insomma, per l’argentino il periodo napoletano è stato un vero e proprio incubo, se si pensa che era stato acquistato per sostituire “El Pocho” Lavezzi.

Altri giocatori rientranti nella schiera dei “bidoni” sono sicuramente Rolando e Bruno Uvini. Il primo, acquistato nel mercato di riparazione del 2013 non ha sicuramente lasciato un buon ricordo nella mente dei napoletani: di lui si ricordano le disastrose prestazioni in Europa League contro i cechi del Viktoria Plzen e altre prestazioni condite di veri e propri “orrori” difensivi. Il secondo, invece, a causa di infortuni e di una cattiva gestione nei suoi confronti, non è mai riuscito ad esprimere fino in fondo il suo potenziale. Ad oggi ci si chiede: “bidone o rimpianto?” Chissà…

Certamente due bruttissimi ricordi per i tifosi azzurri sono Michu e Fideleff. Accolti dall’entusiasmo della gente, hanno entrambi lasciato il segno nel cuore dei napoletani … ovviamente in negativo. Dallo spagnolo, reduce da un infortunio e da una grande stagione in Premier League con lo Swansea, ricca di gol, assist e giocate, ci si aspettava molto di più rispetto alle prestazioni fornite: di lui si ricordano gli errori clamorosi contro il Torino (in campionato), ma soprattutto il gol divorato a porta libera contro l’Athletic Bilbao nel match preliminare di Champions League. Il difensore argentino, al contrario, arrivato come una promessa dal Newell’s Old Boys, è stato protagonista di prestazioni assurde. Una su tutte quella contro il Chievo a Verona. E proprio restando in tema Halloween, festa che rievoca il risveglio dei morti, si può affermare che il buon Ignacio Fideleff sia riuscito (con una svirgolata da dilettante) a far risvegliare una bestia nera della compagine azzurra: Davide Moscardelli. Da quel momento il difensore non ha più visto il campo, per la gioia dei tifosi.

Ma Halloween è anche la festa dei mostri (questa volta con accezione positiva) e proprio al Napoli non mancano. Negli ultimi anni, infatti, in particolar modo sotto la gestione Sarri, sempre meno sono stati i “bidoni” e sempre di più i giocatori che sono riusciti a fare breccia nel cuore dei tifosi: da Koulibaly a Hysaj a Ghoulam, Jorginho e Diawara, Hamsik e Allan, giungendo ai mostriciattoli lì avanti: Insigne, Callejon e Mertens.

Dunque, si può dire che ultimamente il trend sia proprio cambiato: che Giuntoli e Sarri abbiano fatto un lavoro eccezionale tra mercato e campo o semplicemente la gestione Bigon è stata “croce e delizia?”. Quel che è certo è che la piazza gode nel vedere questi “mostri” giocare insieme e chissà se alla fine Mertens&Co. abbiano riservato l’ennesimo “scherzetto” per le contendenti al titolo e un delizioso “dolcetto” ai tifosi. Ai posteri l’ardua sentenza.

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A cura di Marco Chiavazzo
Copertina di Luca Sol

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