Napoli, il ritmo in trasferta è impressionante: i dati certificano la crescita degli azzurri

Lo si è sottolineato più e più volte: il vero passo in avanti del Napoli, da un po’ di tempo a questa parte, e per essere precisi dalla scorsa primavera, è stato fatto dal punto di vista della mentalità. Gli azzurri, al terzo anno della gestione Sarri, hanno sfatato tabù, superato limiti e riscritto record. I segni di una crescita continua, a tratti impressionante per quanto veloce e senza intoppi, si vedono anche nella marcia che Mertens e compagni hanno tenuto e stanno tenendo in trasferta. 

Esatto, avete letto bene. È mai esistito un mal di trasferta? La risposta è sì: sia nei big match, sia negli scontri con le cosiddette piccole, il Napoli, negli anni scorsi, ha lasciato punti pesanti che hanno compromesso, e non poco, la marcia degli azzurri. Ma la musica è cambiata. Esiste più, oggi, un mal di trasferta? La risposta è no. Perché, da quasi un anno, e cioè dallo scorso 29 ottobre, gli azzurri non perdono punti in trasferta, in campionato. Si giocava all’Allianz Stadium, casa della Juve, ad oggi l’unica trasferta-tabù. Da Udinese-Napoli del 19 novembre 2016 la musica è cambiata. Segno di una svolta non indifferente: fondamentale fare punti, in un campionato lungo, anche e soprattutto lontani dalle mura di casa.

Diciannove trasferte, cinquantatré punti conquistati sui cinquantasette disponibili: nel mezzo una doppia vittoria su campi storicamente difficili come San Siro (sia contro il Milan, sia contro l’Inter, lo scorso anno, n.d.r), come l’Olimpico (gli azzurri hanno superato Lazio e Roma in casa quest’anno come lo scorso anno, n.d.r). Un’altra statistica importante che va a confermare la crescita, a tratti mostruosa, se vogliamo, di questa squadra. Frutto di un miglioramento crescente che è andata, e va, fortificandosi gara dopo gara. La quadratura del cerchio, mai come quest’anno, sembra essere stata trovata. Punti deboli a livello tattico non pare ci siano. A livello fisico la tenuta è ottimale. A livello mentale, forse, si è raggiunto il punto che mancava: la consapevolezza di essere veramente una grande squadra che gioca, sul serio, con rispetto ma senza paura del proprio avversario. Non esistono più flashback, non esistono più errori che si ripetono alla prima difficoltà. Era questione di mentalità. Le prime dieci giornate certificano una cosa: prove del nove, finora, ce ne sono state eccome. E, finora, sono state tutte superate. La strada è ancora lunga ma, come si suole dire, è quella giusta.

GENNARO DONNARUMMA

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