Da Cristante a Taison: un dato che accenda la luce su un difetto del Napoli

Bryan Cristante e Taison: lontani migliaia di chilometri, ma legati da un (invisibile) filo azzurro. Entrambi hanno segnato al Napoli, entrambi lo hanno fatto al 15esimo minuto. Analogia che viaggia l’Europa e che accende i fari sulla concentrazione e sulla tenuta mentale degli uomini di Sarri.

Da Napoli a Kharkiv

Eppure la difesa napoletana, una delle preoccupazioni stagionali, sta tenendo: solo 4 gol subiti in quest’inizio di stagione. Il problema è che le disattenzioni pesano e, come in Ucraina, costano punti preziosissimi. Uno schiaffone al risveglio, si sa, è quanto di peggio per iniziare la giornata.

Buttare 45 minuti è un lusso, inutile, che nessuno può permettersi. Considerando il momento di forma del Napoli, figlio del ritiro-fiume a Dimaro, gli azzurri devono essere cannibali. Bisogna capitalizzare al massimo oggi, per raccogliere i frutti domani – quando, poi, si potrà tirare il fiato.

La serata di Kharkiv ha ricordato tristemente il primo tempo dell’esordio al San Paolo e dell’ultima a Bologna. In Champions, però, nessuno è riuscito a raddrizzare l’inizio beffardo. La qualità dei brasiliani dello Shakhtar ha affondato il colpo nell’insicurezza partenopea – che ha divorato la solita spregiudicatezza.

Le perplessità di una serataccia

Una serataccia che abitava gli incubi dei tifosi, ma che è diventata tremendamente reale. Colpa degli errori dei singoli – uno su tutti: Pepe Reina – e di Sarri“nessun calo di condizione”, intanto, dice lui. Ma, tanto più, diventano inspiegabili due delle chiavi della sbandata ucraina.

Inspiegabile l’esclusione di Dries Mertens, che ha acceso la luce una volta entrato. Forse avrebbe cambiato poco, perché l’avvio è stato negativo in tutto e per tutto, ma è impensabile rinunciare al belga. Avrebbe dato brio e soluzioni a una manovra che, in realtà, sembrava l’ombra di quella solita.

Inspiegabile (ma anche no) la fumosità di Marek Hamisk, capitano che avrebbe dovuto prendere per mano i suoi. È da lì che passa la sua consacrazione. Lo slovacco deve farsi sentire in certi momenti: questa sera era uno. Sei sostituzioni su sei sono una bocciatura pesante per chi deve essere la fenestrella sul mare di questa squadra.

Una squadra che, invece, è semplicemente rimandata: non è quella di Nizza, neanche quella di stasera. Sconfitte così restano addosso, si solidificano e costruiscono una corazza per altre notti importanti. A piccoli passi, lezione dopo lezione, il Napoli può e deve maturare.

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