Stadio poco confortevole e prezzi che non convincono: i perché del flop abbonamenti al San Paolo

Numeri strani, quasi inconcepibili. Il rapporto stilato sugli abbonamenti da “La Gazzetta Dello Sport” ha lasciato pochi dubbi. Il Napoli è la big con il numero meno alto di abbonati, ma c’è di più. Il Napoli è la penultima squadra della Serie A per numeri di abbonati. Secondo la Rosea, infatti, sono soltanto circa 6000 le tessere vendute dalla società partenopea per la prossima stagione. Addirittura gli stadi del Chievo e del Crotone conteranno più partecipazione di tifosi fidelizzati rispetto al San Paolo. Un dato sconcertante che, ai più, potrebbe sembrare impossibile da credere, ma che, dopo un’analisi approfondita, ha i suoi perché.

 

Fonte: La Gazzetta Dello Sport

LE CONDIZIONI DEL SAN PAOLO

Uno dei temi più dibattuti è sicuramente quello sulle condizioni non particolarmente idilliache dello stadio in cui gioca il Napoli. Da anni, infatti, la proprietà della società sta cercando di rimodernare lo stadio degli azzurri o, qualora fosse impossibile, di costruire un nuovo stadio. La struttura attuale presenta ben pochi comfort: una presenza fissa allo stadio potrebbe richiedere sacrifici che il tifoso medio non ha voglia di soffrire. È, pertanto, comprensibile la scelta di chi non riesce per svariati motivi, tra cui la poca godibilità dell’esperienza al San Paolo, a seguire allo stadio il Napoli, ma sceglie di vivere la maggior parte dei match in TV, che oramai rappresenta una validissima alternativa, considerati gli investimenti importanti delle emittenti.

POCHI VANTAGGI PER GLI ABBONATI

Al di là delle pecche infrastrutturali, c’è altro. Il vero motivo per cui le tessere sono così poche è che nella scorsa stagione, da parte dei tifosi partenopei che avevano sottoscritto abbonamenti, c’è stato molto malcontento. La ragione di ciò riguarda il fatto che, per gli utenti abbonati alla società di De Laurentiis, ci sono stati pochissimi vantaggi a livello economico. Comprare l’abbonamento, infatti, è costato di più, o anche molto di più – il caso di settori diversi dalla curva, come la Tribuna Posillipo o Nisida – rispetto alla somma dei singoli biglietti durante tutto l’arco della stagione. I prezzi, infatti, si sono abbassati molto durante l’arco dell’annata e le varie offerte che hanno permesso di acquistare più match a prezzo ridottissimo, hanno influito sulla scelta dei nuovi abbonati. I tifosi azzurri hanno, dunque, lecitamente pensato di scegliere quali partite andare a vedere, senza impegnarsi a seguire al San Paolo tutte le partite casalinghe del Napoli, memori della situazione dell’anno precedente.

PARTECIPAZIONE ATTIVA

Incamerare questo dato e iniziare a pensare di una mancata partecipazione dei tifosi del Napoli nei confronti della loro squadra è, però, sicuramente errato. Il San Paolo ha sempre fatto registrare grandissimi incassi e grandi numeri di spettatori. Quest’anno, nelle prime due partite casalinghe, giocate ad agosto, in un periodo in cui è sempre difficile riempire gli stadi, al San Paolo sono arrivate circa 50.000 persone (contro il Nizza) e 35.000 (contro l’Atalanta). Numeri sicuramente importanti, che mostrano la vicinanza del pubblico alla squadra di Sarri. Le cifre relative alle tessere vendute devono essere un monito alla dirigenza partenopea, in merito alla gestione della biglietteria, affinché cerchino di attirare i tifosi a fidelizzarsi; in questo momento, però, la frequenza al San Paolo non è e non sarà mai né un caso né un problema.

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Luigi Fontana (@luigifontana24)

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