Sarri cresce insieme al suo Napoli: finalmente vince grazie agli innesti dalla panchina

Siamo all’inizio del terzo anno di Sarri alla guida del Napoli. La crescita della squadra è ineccepibile e nel corso delle ultime due stagioni sono piovuti elogi per come il tecnico azzurro ha saputo plasmare la formazione partenopea e portarla ai livelli attuali. 
Due appunti, però, sono spesso stati fatti al tecnico che ha sorpreso l’Europa.

Il primo è quello relativo ai calci piazzati. La reputazione di Sarri come “mister 35 schemi”, definizione alquanto riduttiva, insieme all’ottimo rendimento che il suo Empoli ha avuto sulle palle inattive, hanno portato grandi pretese in quell’ambito.

Il Napoli, però, con Sarri al timone non ha mai brillato sui calci da fermo, arrivando anche a subirne più di quanto ci si potesse attendere. Contro l’Atalanta un’altra conferma dello scarso rendimento degli azzurri nella difesa del calcio d’angolo. Il gol di Cristante testimonia quanto, in realtà, il portamento fisico conti nel calcio, a dispetto del numero elevato di calciatori non altissimi che il Napoli suole disporre in campo.

C’è, però, un altro appunto che questa sera (e non solo) Sarri ha saputo confutare. Si è spesso parlato della scarsa tempestività con cui il tecnico opera le sostituzioni, forzando a volte le scelte iniziali. 

Come contro il Nizza, però, nella sfida contro l’Atalanta il tecnico ha saputo rivoluzionare il centrocampo senza nulla togliere al gioco azzurro, anzi traendone ulteriore forza. La prestazione decisamente sottotono di Hamsik ha avuto la sua necessaria conseguenza nella sostituzione dello slovacco con Allan, autore di importanti strappi che hanno portato freschezza nell’undici azzurro. E autore, soprattutto, dello splendido scavetto a servire Insigne per l’assist a Mertens. Poi Zielinski, che ha salvato la sua prestazione con un gol di alta scuola, ha ceduto il posto a un energico Rog, autore del 3-1 che ha definitivamente ammazzato la gara.  Infine Diawara, che ha preso il posto di Jorginho, consentendogli di recuperare almeno in parte tutte le energie profuse.

Un Sarri, dunque, decisivo nei cambi, che hanno riguardato esclusivamente il centrocampo, ancora una volta. Quella zona di campo tanto delicata che spesso, negli anni passati è stato il tallone di Achille del Napoli e che grazie all’ottimo e, c’è da dirlo, anche parsimonioso lavoro di Giuntoli è la forza di questa squadra. Una squadra che gioca a ritmi altissimi e che ha bisogno spesso di rinvigorire la linea mediana. Ma una squadra (e un allenatore) che non ha più paura di cambiare.

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