Tra superstizione e ambizione, è ora di esorcizzare la paura della parola con la “s”

Inutile girarci intorno, la superstizione fa parte del tessuto culturale tipicamente partenopeo. Che si tratti di lavoro o di un esame universitario, è ben nota tra i napoletani la riluttanza nell’esprimere ad alta voce un proprio obiettivo o desiderio. Esso non viene sbandierato ai quattro venti, bensì riposto al sicuro nella zona del cuore destinata a custodire i sogni, lontana dalla razionalità della mente.

Napoletanamente Sarri

“Essere superstiziosi è da ignoranti, non esserlo è da stupidi” soleva dire il grande Eduardo. Ebbene, sembra proprio che Maurizio Sarri abbia fatto suo questo mantra, lasciando che prevalesse la sua componente napoletana: “Lo scudetto? È una cazzata” ha recentemente affermato a Dimaro. Una dichiarazione ficcata, tipica del carattere schietto e coriaceo dell’allenatore azzurro ma con un intento ben preciso: far sì che i piedi di tutti restino ben ancorati a terra.

I leader

Un’uscita che è sembrata stridere con il clima di ottimismo e sicurezza vissuto in Trentino e palesato dalle dichiarazioni di alcuni azzurri: da Insigne ad Albiol passando per il capitano Hamsik, i leader azzurri non si sono nascosti pronunciando con fierezza la parola con la “s”. Una parola divenuta tabù per i tifosi azzurri, un argomento scottante dal quale tenersi a debita distanza per evitare di bruciarsi. Una parola con la quale, però, bisogna necessariamente tornare ad avere feeling. Anche in barba alla superstizione.

Già, perché nonostante il lecito tentativo di Sarri, nell’aria si percepisce che qualcosa sta cambiando; c’è la volontà di esorcizzare finalmente una paura ancestrale, il desiderio ardente di voler vivere quel fantomatico “anno buono”.
La storia di Icaro – il quale, con ali di cera, volò troppo in alto finendo per bruciarsi al sole – insegna a tenere a bada la bramosia e ad attivare la razionalità. Chiaro.

Tuttavia, allo stesso tempo non bisogna lasciare che il timore blocchi una sana ambizione. Perché le ali del Napoli non sono di cera e sarebbe un peccato non dare peso ad una consapevolezza tanto agognata e acquisita nella scorsa stagione.  È arrivato il momento di poter parlare liberamente dei propri sogni. Perché solo concretizzando una paura si possono avere più chance di sconfiggerla. E allora sia: SCUDETTO! 

E poco importa se tra 9 mesi sarà stata di nuovo lei a vincere, almeno ci si potrà fregiare di averla affrontata a testa alta e – soprattutto – di averla conosciuta di persona. Poiché è risaputo: il napoletano sarà anche superstizioso ma è oltre modo caparbio, scaltro e scrutatore… e di certo non si fermerà al primo tentativo.

Antonio Allard

 

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