Il Napoli in casa è scivolato 6 volte, gli costa caro: i motivi

A quattro partite dal termine del campionato, il Napoli è ancora in corsa per un traguardo che risulterà determinate per il futuro, rincorrendo la Roma (lontana un solo punto ora) per l’accesso diretto ai gironi di Champions League. Inutile sottolineare la differenza abissale fra seconda e terza posizione, sia Napoli che Roma lo hanno provato sulla propria pelle, ed i tifosi hanno avuto grandi problemi a mandarla giù.

A questo punto della stagione si possono quasi tirare le somme, e se guardiamo a Napoli-Cagliari (prossimo impegno di campionato), c’è un dato che ci rende un po’ meno ottimisti. Il Napoli, dei 74 punti di quest’anno, ne ha conquistato la perfetta metà in trasferta. Ciò significa che il rendimento interno è stato al di sotto delle aspettative, e basta fare qualche conto per dimostrarlo. Quattro pareggi e due sconfitte interne finora, per un totale di 14 punti persi fra le mura amiche.

Gli azzurri risultano così terzi in classifica prendendo in considerazione solo le gare casalinghe (14 punti in meno della Juventus che le ha vinte tutte, sei in meno della Roma), ed addirittura primo in trasferta, con due punti in più

della Juventus.

“Se fossimo primi fuori e dentro… ieri eravamo primi in casa, chiediti cosa è cambiato e datti una risposta. L’anno scorso c’era un centravanti che certe situazioni le risolveva, ora abbiamo altre situazioni e siamo diventati più competitivi fuori” spiega Sarri.

Il vantaggio in trasferta è stato l’attacco leggero: le squadre avversarie, giocando in casa, tendono a scoprirsi di più. E lì la velocità nella manovra offensiva azzurra fa molto male, particolarmente se è in giornata di grazia. Quando il Napoli gioca in casa, invece, le squadre ospiti si chiudono ermeticamente, e per gli azzurri diventa più difficile giocare in velocità e trovare spazi.

In questo senso, quindi, il rientro di Arkadiusz Milik poteva essere un’arma decisiva: il suo peso avrebbe potuto essere sfruttato nelle gare casalinghe, sopratutto le più abbordabili dove i numeri garantiscono che spesso l’attacco leggero ha fatto fiasco. Eppure da quando il polacco è tornato dal lungo infortunio, il suo minutaggio in casa è risultato ancora più basso di quello in trasferta. Può infatti contare solo mezz’ora nella sconfitta interna con l’Atalanta e dodici minuti in Napoli-Udinese. Non proprio un asso nella manica per le gare interne, verrebbe da pensare.

Maurizio Sarri ha cominciato a lavorare a Castel Volturno soprattutto sulla testa della squadra: ha intenzione di “riconquistare” il San Paolo. Ha caricato i giocatori sottolineando le ottime prestazioni contro Real Madrid e Juventus, facendoli anche arrabbiare, forse troppo. Fatto sta che, anche se in trasferta, l’1-0 di San Siro è un fatto da analizzare: è la prima volta, addirittura alla 34esima, che gli azzurri in questo campionato vincono con un solo gol. Mentre Juventus Atalanta e Roma sono ferme a 4, contro le 6 di Fiorentina e Milan. Un dato che può dare bella iniezione di fiducia, per trovare le energie necessarie per il forcing finale di questa stagione.

A CURA DI
ALESSANDRO CANGIANO

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