Sarri: “Possiamo arrivare secondi, ma ad Empoli sarà durissima. Migliorare questa squadra? Cura maniacale dei dettagli”

Il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, ha parlato nella consueta conferenza stampa pre partita.

Due punti dalla Roma, che possibilità ci sono?

“Ci sono da giocare dieci partite, dobbiamo porci obiettivi settimanali e cercare di centrarli il più possibile”.

Mertens è stato per anni un’alternativa, ora è un titolare inamovibie. Come si spiega questo exploit?

“Queste cose succedono spesso nei momenti di necessità. Come sempre, in queste situazioni, ci sono due componenti: casualità e necessità”.

Torni ad Empoli dopo un anno e mezzo. Quanto sei cresciuto da allora?

“In tutte le esperienze c’è motivo di riflessione e di crescita. Ma come tipo di allenatore ero lo stesso anche in Serie C. Poi ovviamente a Napoli ti scontri con cose diverse fuori dal campo e sei costretto anche a cambiare determinati approcci”.

Come procede l’inserimento di Pavoletti?

“Parliamo di un attaccante centrale con caratteristiche diverse. Un po’ la squadra dovrà abituarsi a lui, un po’ lui dovrà abituarsi alla squadra. Ha fatto una prima parte di stagione tribolata, ora sta crescendo come condizione”.

Dopo il Crotone hai elogiato Jorginho. Che cosa dà in più a questa squadra?

“Una qualità di palleggio e una velocità di pensiero che hanno pochi eguali in Europa. Poi ovviamente come tutti i calciatori ha delle contro indicazioni. Quest’anno può fare più fatica perché giochiamo con maggiore velocità e rischiamo di perdere molto più palloni. In alcune partite Diawara ci dà più fisico e resistenza, in altre meglio Jorginho”.

Ti piace più il secondo posto o la Coppa Italia?

“Da giovane amavo le more e le bionde, poi ho sposato una rossa (ride, ndr). Voglio finire questa stagione alla grande, siamo cresciuti tanto a livello di rosa: con tutti i problemi che ci sono accaduti siamo riusciti sempre a mettere una pezza, l’anno scorso sarebbe stato difficile”.

Questa squadra, mentalmente, è più forte dell’anno scorso?

“Può darsi che il valore complessivo sia superiore. Se l’anno scorso avessimo avuto menischi, crociati, Coppa d’Africa e Champions avremmo perso tanti punti. Quest’anno non è accaduto”.

C’è qualcosa di irrinunciabile per te, dopo aver giocato la Champions?

“Irrinunciabile credo sia qualcosa nell’animo, non materiale. Vuoi sapere se rimango con o senza Champions? Io voglio solo plasmare la squadra, poi è chiaro che anche io voglio vincere”.

L’Empoli è una squadra che conosci bene e che difende bene. Serve più un gioco di velocità con i tre piccoletti, oppure possono tornare utili Milik e Pavoletti?

“Nessuno sta sottolineando che il Napoli a Empoli non ha mai vinto. Io ho la consapevolezza che è una partita difficile: conosco l’ambiente, quando va in difficoltà sa reagire. Domani troveremo una squadra che ci complicherà la vita in maniera importante, ho cercato di passare il messaggio ai ragazzi”.

Dicesti che ad Empoli hai impiegato tre anni per completare la crescita. A Napoli manca ancora un tassello?

“A Empoli hanno intrapreso un discorso da cinque anni, e stanno avendo successo, proseguendo sempre lo stesso discorso. A Napoli è chiaro che manca ancora qualcosa, poi su questo qualcosa si può disquisire un giorno e può avere origini sportive o societarie. Ma è chiaro che questa squadra a questo punto ha ancora piccoli margini di miglioramento: oggi per crescere deve avere una cura maniacale dei dettagli”.

Domani è una gara da ultimi cinquanta metri o si gioca più nella fascia centrale?

“Dipenderà da noi, se avremo la forza di abbassarli e di fare noi la partita. Dimenticatevi l’Empoli delle ultime due-tre partite, quando interviene il direttore lì si reagisce. Potremmo anche andare in difficoltà sul piano del palleggio”.

L’anno scorso molto bene Hysaj, quest’anno qualche battuta a vuoto. Colpa degli Europei o dell’assenza di Allan in alcune partite?

“Parliamo di un ragazzo molto giovane, che quest’anno ha vissuto momenti di tensione da crescita che ha pagato in alcune circostanze. Vedremo l’anno prossimo, senza dimenticarci che ha solo 22 anni, ci sta che questo l’abbia portato a momenti di fatica mentale che gli ha tolto qualcosa”.

Già polverizzati i biglietti per la doppia sfida con la Juve. Ti senti sazio di questo Napoli o ne vuoi ancora?

“Se mi sentissi sazio me ne andrei a casa. Mi piace una cosa dei tifosi napoletani, al di là dell’amore che hanno per la squadra: non hanno la presunzione di pensare che devono vincere sempre. Ma avrebbe bisogno di vincere un po’ più spesso, anche per motivi che vanno fuori dal mondo del calcio”.

Se il cane Ciro te lo consente guarderai ancora la Champions? Ti farebbe piacere se la vincesse il Real?

“No, sinceramente non mi importa niente delle competizioni in cui non gioco io. Parliamo comunque del club più forte al mondo”.

 

 

Dal nostro inviato a Castel Volturno, Edoardo Brancaccio

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