Crescita, potenzialità, consapevolezza: Sarri ha ancora ragione

Dunque: 324 milioni di ‘valore rosa’ – settanta in più rispetto al roster dello scorso anno -, più venti milioni sul bilancio trasferimenti, tante soluzioni che si aggiungono ad un giocattolo già perfettamente funzionante. Oh, l’avessero detto il giorno stesso in cui Higuain ha varcato per la prima volta il cancello di Vinovo, più di qualcuno si sarebbe fatto una grossa risata. O forse un pianto isterico.

Tant’è: non è Napoli se non sa risorgere, se non si libera dalle ceneri della delusione per ripartire più forte. E poi è vero: le percentuali di vittoria si assottigliano con tempo e partite. Però è un punto di partenza, uno di cui si può andare fieri.

LA CRESCITA

Che poi Sarri quando parla, non lo fa mai a caso. E se usa una parola come ‘crescita’, unendola a quell’altra tanto bella, quella che chiamano ‘mentalità’, qualche semplice addizione mentale vien fuori come dolce conseguenza di un giusto ragionamento. Il Napoli è cresciuto: pure tanto. E non solo in termini numerici, ma in ‘testa’, spessore, freddezza. Mai come quest’anno, gli azzurri sanno essere cinici e spettacolari, sanno portare il pane a casa e aggiungerci un dessert da leccarsi i baffi. Non è da tutti. O meglio: è da pochi, pochissimi. E quei quattro ‘colleghi’ di spettacolo che si ritrova, sono tutti illustrissimi maestri di calcio.

QUANTO MANCA?

E allora la domanda finisce sempre per esser la stessa. Perché gli occhi sono ancora pieni di tutto: il dominio in Champions, l’attacco stellare, il gol di Insigne al Bernabeu. Però la bacheca resta vuota, mestamente e tristemente: in un anno che non era affatto di transizione, cessione del Pipita a parte. Dunque, cosa manca? Quanto manca? Chi manca? Nessuna allusione – e illusione – ad Ibra, ci mancherebbe. Anzi: neanche mezza nostalgia per quel nove ancora non assegnato. Il fatto è che a cosa, chi e quanto manca, si risponde con ‘poco’. Il percorso è quello giusto: volto al futuro, sì. E pure con la testa proiettata al presente. Molti si lamentavano del fatto che il Napoli non avesse un vero progetto: invece ce l’ha, ed è pure niente male.

FINIRE AL MEGLIO

Il desiderio è quello: mettere un po’ di punti in un periodo che sembra interminabile. E il pensiero è inevitabilmente già in viaggio direzione Torino: da lì la Juve farà il percorso inverso tra un paio di settimane, con un carico di speranze e match da giocare.

“Mi piacerebbe concludere bene”, recita Sarri: le due cose non possono non combaciare, tralasciando solo per un istante l’Empoli e il suo personalissimo passato. Sì, perché il mantra è sempre ‘partita dopo partita’, ma poi alla fine i brividi non vengono al Castellani: sono tutti indirizzati in un San Paolo stracolmo, pronto a riprendersi da sconfitte, parole e ‘traditori’. L’occhiolino strizzato al mercato, analizzando la maggiore qualità della rosa di quest’anno, è un altro messaggio del tecnico toscano: nessuno era indispensabile, nessuno lo è ora. Anche l’uomo da quaranta gol in stagione si può sacrificare in nome del processo di crescita. Chissà, forse l’ha realizzato pure lui: che se c’è qualcuno di cui non si può proprio fare a meno, forse, è proprio l’uomo in tuta.

Cristiano Corbo

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