Lettera a RaiSport: “Juve superiore, ma contro il Napoli è andata in scena una incondivisibile vendetta mediatica”

Il signor Alessandro, appassionato di calcio, ha visto come milioni di italiani la partita andata in onda martedì sera tra Juventus e Napoli per la semifinale d’andata di Coppa Italia su Rai Sport. Il telespettatore, attraverso una lettera rivolta alla stessa redazione, ha voluto puntualizzare alcuni episodi che certamente sono stati punti di divisione nella trasmissione “Zona 11 Pm”. Di seguito la lettera:

“Spett.le Raisport,

Mi chiamo Alessandro, sono un umile cronista sportivo di paese, appassionato di sport e del mondo dei media. Seguo da anni la programmazione sportiva di Rai Sport, e provo profonda ed indiscussa stima per la vostra redazione giornalistica. Martedì sera ero, al pari di milioni di italiani, davanti al televisore per osservare, sulla vostra rete, la partita di Coppa Italia Juventus – Napoli. Al termine della sfida (dubito che qualcuno sia interessato al mio parere sugli episodi della sfida che hanno creato polemica e pertanto non mi ci soffermerò), ho seguito, sempre sulla vostra emittente, la trasmissione del dopo gara “Zona 11”.

Considerati i molteplici e controversi argomenti offerti dalla partita, mi attendevo un’analisi dettagliata ed accurata da parte di conduttori ed ospiti in relazione a quanto successo sul rettangolo di gioco. Ed invece è accaduto che la società Napoli Calcio si è concessa un cinguettio su Twitter poco elegante ed inopportuno, prontamente letto dai conduttori in diretta che giustamente hanno replicato. Pensavo che la questione finisse là, magari riservando a momenti successivi e privati gli opportuni chiarimenti con la società azzurra. Ed invece, da quel momento, “Zona 11” si è trasformata – in particolar modo per l’atteggiamento di uno dei due co-conduttori – in una sorta di patibolo per il Napoli Calcio nel quale consumare una incondivisibile vendetta mediatica.

Marco Mazzocchi

Nel corso della diretta – a mero titolo esemplificativo – si sono più volte evidenziate e criticate la papera di Reina e l’errato posizionamento della difesa del Napoli in occasione del secondo e del terzo rigore. Considerazioni, queste ultime, in parte giuste, ma stranamente nulla è stato detto sul posizionamento degli eccellenti difensori della Juve in occasioni del gol di Callejon o di un altro paio di pericoli creati dagli azzurri nel primo tempo (vedesi Milik). Si è continuato sostenendo che il Napoli non avrebbe dovuto recriminare perché nel corso della ripresa non ha calciato mai in porta. Ebbene, mi pare finanche superfluo ricordare quante partite nella storia del calcio siano state decise da un unico tiro o da un episodio. E ciò al netto della considerazione che gli episodi spesso hanno anche il potere di mutarle le partite. Nel caso di specie se il Napoli avesse ottenuto la concessione e realizzato il palese ed evidente rigore su Albiol, sul 2 – 2 (risultato che certo non può soddisfare chi gioca in casa) la Juve avrebbe dovuto attaccare lasciando spazi ai calciatori del Napoli, i quali- notoriamente – in queste situazioni si trovano decisamente a proprio agio.

Fortunatamente ci è stata almeno evitata la solita sviolinata sulla mentalità vincente della Juve, molto di moda in ogni emittente e redazione sportiva. E meno male, anche perché sarebbe stato davvero troppo: in una situazione come quella venutasi a creare in campo, con il Napoli in bambola nella ripresa, chi ha davvero mentalità vincente probabilmente avrebbe continuato ad attaccare per chiudere già il discorso qualificazione. Non nascondo di esserci rimasto male. Mi aspettavo ben altre analisi e, più precisamente, che qualcuno arrivasse ad affrontare quello che è davvero il nocciolo della questione. Il problema non è sui singoli episodi, dei quali si può discutere o meno, e sui quali, per carità, si può sbagliare. Il nocciolo della questione è chiedersi per quale motivo nella medesima azione un episodio dubbio (poniamola così) in area della Juve non viene sanzionato, mentre appena pochi secondi dopo un episodio dubbio (poniamola così) in area del Napoli viene punito con l’assegnazione del calcio di rigore.

È questo il grande dubbio, mio e di tanti sportivi. Non è in discussione la superiorità della Juventus (la quale avrebbe potuto vincere ugualmente nonostante il rigore concesso ad Albiol), ma va altresì ricordato che fortunatamente non sempre nel calcio vince chi è più forte. E non sono in discussione neppure gli errori di un Napoli che avrebbe potuto fare di più. Il dubbio è diverso ed è racchiuso tutto in quei pochi secondi tra la mancata assegnazione del rigore su Albiol e quella avvenuta nell’altra area. Mi aspettavo perlomeno una analisi più approfondita dai vostri professionisti ed invece nulla.

Sia ben chiaro: l’atteggiamento del vostro conduttore è stato impeccabile sul piano aziendale. Lui ha difeso redazione e colleghi dall’attacco ricevuto, ma mi sarebbe piaciuto che si ricordasse anche di noi telespettatori a casa che paghiamo il canone non certo per vedere le beghe tra la vostra azienda ed il Napoli Calcio o qualsiasi altro club. La Rai avrebbe potuto tranquillamente querelare successivamente, se lo riteneva opportuno, o difendersi nelle sedi opportune e – dopo la immediata risposta in diretta – riprendere toni e contenuti più consoni ad una diretta Tv. Da un giornalista ci si attende la capacità di volare alto, senza perdere obiettività ed imparzialità, anche davanti alle critiche. La vendetta mediatica andata in onda, unita alla mancanza di rispetto per noi telespettatori, vi ha purtroppo posto sullo stesso piano di chi ha scritto il Tweet.

Con immutata stima, Vi saluto.
Alessandro, un vostro telespettatore”.

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