Col Palermo una prova del nove: vietato sbagliare, per scoprirsi ancora una volta grandi

Dentro o fuori, non esistono mezze misure per Maurizio Sarri: il tecnico del Napoli lo ha sempre dimostrato, a maggior ragione ieri ci ha tenuto a ribadirlo. Gennaio sta passando, ed è stato il mese della rinascita totale: la miglior risposta a critiche, forse, fin troppo esagerate. Sei vittorie su sei,  se arrivasse quella contro il Palermo, per centrare un obiettivo ancora più importante e superare quella che è, a tutti gli effetti, una vera e propria prova del nove. L’ennesima.

Dietro corrono, ed è allora tempo di ristabilire la supremazia in classifica, rosicchiando altri punti importanti e confermandosi sul podio con Juventus e Roma, in attesa di una primavera che può scombussolare, questa volta davvero, tutti gli equilibri, con incroci e scontri da non fallire. L’inverno entra nel vivo ma per affrontarlo al meglio non serve altro che continuare sul percorso già tracciato. In effetti è dal 29 ottobre, giorno della sconfitta allo Stadium, che il Napoli non scivola più ed è reduce da quindici risultati utili consecutivi. In mezzo la qualificazione agli ottavi di Champions, il passaggio in semifinale di Tim Cup e la sensazione che questa seconda parte di stagione può regalare ancora molto alla troupe di Sarri.

Vietato sbagliare e, soprattutto, essere vittime di quegli annebbiamenti mentali che in passato hanno compromesso il cammino azzurro in campionato e non solo: è d’altronde una questione di approccio, di stimoli, prima che di mentalità. Lo stesso Sarri ha insistito molto su questo punto, ieri in conferenza stampa.

“Quella di domani è la partita più difficile. Milan a San Siro e Fiorentina al San Paolo ti danno in automatico le giuste motivazioni. Domani è la prova del nove per noi” – questo il messaggio del tecnico. Una vera e propria prova del nove perché gare come questa non si possono più sbagliare. Il Napoli ha dimostrato tanto: di saper vincere perfino soffrendo e annullandosi, rinunciando al gioco che era (ed è) prerogativa fondamentale degli azzurri che prima sì, non sapevano vincere in altri modi. Ora, il solco tracciato sembra essere quello giusto. Palermo permettendo: perché la superficialità, talvolta, è stata un’arma a doppio taglio e perché è in partite come questa che si misura la mentalità e soprattutto il grado di maturità di un gruppo.

GENNARO DONNARUMMA

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