Le pagelle di Napoli-Spezia: Giaccherini, che goal! Zielinski elegante, Gabbiadini saluta e Rog si presenta

Rafael 6: Dopo oltre settecento giorni torna a farsi vedere sul terreno del San Paolo. Bentornato! I primi quaranta minuti sono di inattività forzata, lo Spezia si fa vedere a singhiozzo dalle sue parti. Poi il goal di Piccolo ed altre certezze sottratte: viene spiazzato dalla deviazione di Albiol. Scolastico nelle respinte, dovrebbe osare di più e tentare anche la presa.

Maggio 6: L’inattività degli ultimi mesi si fa sentire quando si tratta di rientrare. Spinge con attenzione, com’è abituato a fare dal suo DNA, eppure quando si tratta di recuperare terreno e fermare le ripartenze spezzine va in affanno. I pericoli nascono dalla sua parte, il goal non fa eccezione.

Albiol 6: A riposo contro la Sampdoria, lo Spezia dovrebbe essere una semplice formalità per uno della sua esperienza. E per larghi tratti del primo tempo è così, con gli avanti spezzini che non lo impensieriscono praticamente mai. Il goal di Piccolo, però, è frutto di un suo riflesso scellerato: la palla gli rimbalza sulla gamba e beffa Rafael in modo maldestro.

Maksimovic 6: L’etichetta di “oggetto misterioso” gli è stata appiccicata giocoforza a causa delle recenti (e pesanti) esclusioni. 25 milioni attualmente non ripagati dal campo. Utilizzo centellinato, forse per motivi tattici. A Firenze ha dimostrato di non essersi ancora del tutto inserito negli schemi di Sarri. Alcuni elementi di crescita nell’applicazione dei concetti Sarriani si notano, ha da migliorare nella lettura di determinate situazioni di gioco. Sbagliando sì, ma soprattutto giocando. Un maggior utilizzo all’orizzonte?

Strinic 6: Conferma i progressi visti con la Sampdoria. L’inattività l’aveva condizionato, sta acquisendo il ritmo partita prestazione dopo prestazione. Riserva o sostituto di Ghoulam, con l’assenza dell’algerino si è ritagliato la sua fetta di spazio, si è fatto trovare pronto e non ha deluso le atteseAccompagna l’azione spesso e bene, soffre poco (soltanto su un’incursione di De Col) e tiene bene la posizione. Buon test, in attesa di trovare giocoforza continuità anche in campionato. (Dal 77′ Hysaj s.v.)

Rog 6,5: Il biglietto da visita lo espone con fierezza in avvio di ripesa. Caparbio nel contrasto con il difensore spezzino, cinico nello strappare il possesso, elegante e superbo nello sgusciare via e servire dolcemente un cioccolatino a Gabbiadini. Il 23 azzurro ringrazia e scarta. Per il resto alterna lotta e governo, legna e gestione. In fase di impostazione si fa notare con due sgroppate degne d’applausi. In definitiva si dimostra pronto per i palcoscenici più prestigiosi: si è inserito, ora sarà il campo a ripagarlo.

Diawara 6,5: Solito lavoro nelle due fasi: rattoppa quando chiamato a farlo, pressa sui portatori dello Spezia e amministra il palleggio come un ottimo governatore. Divide et impera. Soffre poco e nulla, anche nel momento di smarrimento degli azzurri. Dimostra la solita autorità fuori dal comune, soprattutto in virtù della sua età: è il secondo più giovane tra i 22 in campo. Elemento ormai collaudato all’interno degli schemi azzurri, bello il dualismo innescato con Jorginho: non vorremmo essere nei panni di Sarri.

Zielinski 7: Tra gli acquisti della sessione estiva è quello maggiormente impiegato. E a merito e ragione di Sarri, sottolineeremmo. Gli bastano meno di tre minuti per fare breccia nella difesa spezzina e trafiggere Chichizola. Bello esteticamente il goal, implacabile e indomabile il polacco nella sua sgroppata. Da guardare e apprezzare in più di un’occasione. Sfiora il raddoppio di testa, tenta la conclusione dalla distanza: è, insomma, in giornata. Elegante in ogni giocata, forse gli manca (per ora) il cinismo dei campioni. Straordinaria la capacità con cui emula – con successo – Marek Hamsik.

Giaccherini 6,5: Straordinario il volley sul cross di Insigne. In fondo lui è un po’ così, si camuffa e assume più forme, molteplici identità. Nell’esecuzione si traveste da Callejon, emulazione impensabile fino a pochi giorni fa. Lui dimostra che la ragione è dalla sua parte: è in azzurro per un motivo e intende dimostrarlo. Si muove molto, dà del filo da torcere ai suoi carcerieri. Poi il goal, straordinario per le fattezze. A destra prima, a sinistra con l’ingresso di Callejon. Un coltellino svizzero: fa tutto.

Gabbiadini 6,5: Il momento stagionale è dei migliori. Sul campo, sì. Dove ormai segna da tre partite di fila: ha chiuso il 2016 con il rigore alla Fiorentina, ha aperto l’anno nuovo con il tap-in alla Sampdoria e quello allo Spezia. Elegante nel finalizzare con il petto, testardo per il resto della partita. Non sottrae la gamba ai contrasti e non si tira indietro malgrado la sua avventura azzurra sia agli sgoccioli. Lavora in coppia con Insigne, talvolta si pestano i piedi ma in altre occasioni tengono in allerta la retroguardia dello Spezia. Risposte positive per chi verrà a prelevarlo dal Napoli. Quasi commovente la staffetta con Pavoletti che profuma di passaggio di consegne. (Dal 80′ Pavoletti s.v.: Il benvenuto l’aveva ricevuto già da De Laurentiis la settimana scorsa, quello dei 20 mila del San Paolo è stato meno virtuale e più caloroso. Benvenuto Pavo, ecco chi farà il tifo per te: peccato, però, per quel tap-in sotto porta fallito. Sarebbe stato l’esordio perfetto).

Insigne 6: Ha classe da vendere e ha voglia di esibirla. Troppa, per certi versi. La giocata di fino spesso gli riesce, nella prima mezzora di gioco è quello più in palla in maglia nera. Ma (perché c’è sempre un ma) è lezioso. Troppo. Sbaglia tanto perché s’intestardisce cercando la giocata di fino, si specchia troppo e agisce poco. Tentativi velleitari non mancano, errori ingenui abbondano. Di classe, però, ne ha da vendere: splendido l’assist per Giaccherini. (Dal 60′ Callejon 6: Onnipresente: le gioca tutte, ma proprio tutte. Va in panchina ma non ottiene il giorno di ferie: scende in campo e ci mette il suo, fa vedere la solita classe che lo contraddistingue. Un po’ lezioso in alcune giocate, ma glielo concediamo volentieri).

Calzona 6,5: Un Sarri-bis. L’uomo della gavetta, formatosi insieme al mister sui campi di periferia. Va in panchina e lo sostituisce degnamente, in fondo è un filo-Sarriano e si vede. Dalla tuta e dai concetti di gioco. Ringhia di meno, ma la squadra segue i suoi dettami. Unica macchia i dieci minuti . Era stato chiamato a sostituire il mister già ad aprile, contro il Verona. Ottiene la sua seconda vittoria in due uscite e la offre come regalo di compleanno a Sarri (58 anni oggi).

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