PAGELLONE 2016 – Gli attaccanti: Higuain, calciatore da dieci e uomo da zero. Callejon da clonare, Mertens napoletano d’adozione

Gli applausi scrosciano dalla folla festante. Non fa niente, se lo spettacolo fosse andato storto, comunque il battimano fragoroso avrebbe accompagnato l’uscita di scena degli attori. Perché non si tratta di attori comuni: sono idoli, modelli da imitare per i bambini che giocano a calcio per la strada, con la cresta da capitano. Gli attori sono i calciatori del Napoli, per inciso. E il sipario che cala, tra gli applausi della platea, è l’anno solare che volge al termine. Tempo di bilanci, tempo di pagelle. Un secondo posto, un’eliminazione ai sedicesimi di Europa League, un record battuto (il nome di Higuain dice qualcosa?), e uno storico ottavo di Champions conquistato. Ecco il pagellone degli attaccanti:

HIGUAIN 10 e 0: La nota dolente. Fa male, inutile negarlo. Ha fatto male, fa male. Il dolore si avverte ancora a tratti, punge nel rivedere i video dello scorso anno. Il battimani sotto la curva al termine di Napoli-Frosinone è da lacrime. Di gioia, per il record, di tristezza, per il tradimento consumato. E allora sì, 10: al calciatore, sia ben chiaro. A quello dei 36 goal in un solo campionato, record in Serie A. Al trascinatore che risolveva le partite da solo, a quello che incuteva timore agli avversari soltanto con la sua reputazione. E zero, poi, all’uomo. Quello del tradimento, dell’”io resto qui” sotto la curva di Napoli-Genoa seguito dai sotterfugi per scappare alla Juventus. All’uomo dello “state tranquilli” rivolto ai tifosi del Napoli dal ritiro dell’Argentina, quando in realtà il fratello Nicolas e Marotta avevano già avviato fitti contatti. Fa male a ripensarci, farà sempre male. Destino, dicono. Basta crederci: ma chi se lo aspettava un anno fa?

MERTENS 9: Dries ha giurato amore a Napoli e al Napoli molte volte. Ogni occasione, poi, è quella giusta per ribadirla. Amico di Higuain ma lontano nella filosofia di vita. In campo merita, agisce da doppione di Insigne e si relega talvolta in panchina senza mai perdere la brocca o la fiducia. Il finale di stagione gli ha regalato un Europeo in agrodolce con il Belgio, l’avvio della nuova rassegna l’ha visto protagonista. Da ala, come al solito, ma anche da centravanti. L’infortunio di Milik ha costretto Sarri a fare di necessità virtù. Alle prime ha dovuto rialzarsi dalle botte subite, ha girovagato alla ricerca di una formula vincente. L’ha estratta dal cilindro in un bel giorno di fine dicembre, a Cagliari: tripletta. E poi con il Torino: poker. Momento magico, coronato dal goal alla Fiorentina. Il 2017 sta già ammiccando a Dries.

CALLEJON 8,5: Pare che esistano segretissimi centri di ricerca che starebbero lavorando ad un progetto clamoroso: clonarlo. Effettivamente Josè un gemello ce l’ha: non ce ne voglia il caro Juanmi, ma il paragone non regge: probabilmente non esistono nel globo calciatori come il fratello. Dovrebbero clonarlo, per l’appunto. Oppure preservarlo in una capsula criogenica. Perché il lavoro che svolge Calletì equivale a quello di quattro comuni mortali: attacca, segna, difende, crossa, assiste. Ma, soprattutto, corre. Tanto, tantissimo. Ha il dono dell’ubiquità, aiuta Hysaj in copertura e il secondo dopo è già proiettato in fase offensiva. In definitiva è un coltellino svizzero, polifunzionale e pronto a qualsiasi utilizzo. Se non ci fosse, dovrebbero inventarlo. 8 goal e 10 assist nel solo avvio di stagione. Per rispolverare una celebre citazione calcistica: ¿de qué planeta viniste?

INSIGNE 8: Strano, il 2016 di Lorenzino. Bello, bellissimo fino a maggio, con la Champions League conquistata e i 12 goal totali in campionato. Poi la convocazione in Nazionale per gli Europei: poesia. L’estate, però, è spesso spartiacque nel corso di un anno solare calcistico e riserva cambiamenti non indifferenti. Lui ha impiegato un po’ a ritrovare la retta via, quella del goal e della giocata. La sua assenza è pesata in avvio, i mugugni della piazza e la polemica a Torino per la sostituzione hanno fatto il resto. Un giorno all’improvviso, però, s’è ritrovato, ridestandosi da un sonno troppo lungo. Doppietta all’Udinese, poi il goal al Sassuolo, quello all’Inter e la perla di Firenze. Insigne è tornato, e la sua carriera ha ripreso a volare. E il Napoli, di questo, non può che trarre beneficio. Il 2017 è alle porte e può riservare tante belle sorprese. E se lui, una giocata come quella del Franchi, la ripetesse al cospetto del Real Madrid? Mette i brividi solo pensarci.

EL KADDOURI 6: Il punto più alto del 2016 è rappresentato dal goal del 3-1 al Genoa. Nulla da fare, a rubare la scena ci aveva pensato – tanto per cambiare – Gonzalo Higuain. L’estate avrebbe dovuto riservare un cambio di divisa. Rimasto a Napoli, è stato estratto dal cilindro Sarriano nel momento di massima confusione, quando l’infortunio di Milik aveva ridotto all’ossa le soluzioni e per forza di cose bisognava riadattare e sperimentare. Il 2017, con ogni probabilità, non sarà interamente colorato d’azzurro. 

GABBIADINI 5,5: La triste parabola discendente di Manolo fa quasi scendere le lacrime. Per quello che poteva essere e che non è stato. Con Benitez una seconda metà di stagione di tutto rispetto, con il primo Sarri un’annata da riserva di Higuain. Chiunque, d’altronde, si sarebbe dovuto accomodare in panchina con un Pipita così. La cessione di Gonzalo ha aperto spiragli di rivalsa, la possibilità di conquistare la piazza. Poi è arrivato Milik, e Manolo s’è dovuto di nuovo accomodare in panchina. Ancora uno spiraglio: l’infortunio di Arkadiusz e la possibilità di non farlo rimpiangere. Nulla di fatto. Qualche guizzo, qualche prestazione positiva, ma tantissime incertezze. Dubbi a non finire. Ora c’è Mertens, che gli ha soffiato il posto malgrado le buone prestazioni contro Inter e Benfica e il goal al Franchi. Il 2017, probabilmente, non sarà azzurro.

R. INSIGNE S.V. Prima metà all’Avellino, tra alti e bassi ma da titolare quasi inamovibile. Poi la seconda metà al Napoli. Una sola presenza, peraltro negativa, con la Primavera, sconfitta in casa dalla Spal. Le strade tra lui e gli azzurri, almeno per il futuro più immediato, sono destinate a dividersi.

GIACCHERINI S.V. Era stato acquistato come jolly dopo un Europeo da protagonista o quasi. Finora, però, non ha avuto ancora l’occasione di mettersi in mostra: mai titolare, solo tanti spezzoni e manciate di minuti. L’anno nuovo porterà qualche certezza in più, specialmente a Sarri. Può diventare davvero una risorsa.

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