Le pagelle di Napoli-Torino: Mertens uragano e opera d’arte, Chiriches goleador d’occasione. Callejon e Insigne gregari consumati

Reina 5,5: Trascorre quarantacinque minuti lontano dai riflettori. Si sdraia per bloccare una conclusione di Baselli, poi torna a godersi il sole che bacia Napoli e il San Paolo. Poi il tracollo: regala al Torino il secondo goal lasciandosi sfuggire un pallone inizialmente catturato.

Hysaj 5,5: Propositivo al punto giusto, spinge liberamente perché il Torino è poco offensivo dalla sua parte e perché Ljajic si stacca per giocare a tutto campo. Lui lo fa con moderazione, senza accelerare troppo per la frenesia ma senza guardarsi indietro per puro timore. Con Callejòn forma il solito dynamic duo, un’asse di guerra formato per attaccare e difendere in modo sincronico. Nel secondo tempo cambia tutto: cala e va in confusione con i compagni. Tre goal subiti sono tanti, troppi.

Albiol 5,5: L’intervallo è lo spartiacque di una partita confusa. Parte bene, va negli spogliatoi con certezze e consapevolezze e una sensazione di egemonia contro gli attaccanti del Torino. Poi, nel secondo tempo, va nel panico con i compagni: il Napoli subisce tre goal, lui ha le sue colpe. Il fallo da rigore parte dal suo piede.

Chiriches 7: No, la partita di oggi non la ricorderà per il lavoro, pur ottimo, in fase difensiva. Ma per i cinquanta metri di corsa che hanno portato al goal del 4-1. Secondo in campionato per lui, difensore goleador abile sulle palle inattive. E – a quanto pare – anche sugli inserimenti da centrocampista. Zielinski docet. O forse Hamsik.

Ghoulam 6: Spinge con moderazione, quasi imitando il compagno di merenda e di sgroppate Hysaj. Il lavoro alle sue spalle si intensifica nel secondo tempo: lì s’abbassa per prestare aiuto sulle folate del Torino. Cala perché i ragazzi di Mihajlovic s’impegnano a cercare il goal e lo trovano con un moto

Zielinski 6,5: Corsa e dinamismo, come al solito. S’inserisce come un fendente nelle linee del Torino, si rende protagonista di alcune giocate apprezzabili. Costretto poi a lasciare il campo per un dolore fisico. Nulla di grave, incrociando le dita: sembra davvero troppo importante in questo periodo. (Dal 73′ Allan 6: Corre e lotta come solito, talvolta s’intestardisce e tenta la penetrazione. Capita, però, nel peggior momento della partita, quando il Torino tenta il moto d’orgoglio).

Jorginho 6,5: Acquisisce la fiducia che era mancata in avvio di stagione. Diawara è cliente scomodo, lui s’è fatto soffiare il posto. Eppure si disimpegna bene quando chiamato in causa. Solito architetto da giro palla, sbaglia pochi palloni e contribuisce allo spumeggiante possesso palla del Napoli. (Dal 69′ Diawara 6: Entra senza demeritare, Sarri lo mette per cercare fisicità eppure si ritrova coinvolto nel miglior momento del Torino).

Hamsik 7: Stavolta lavora nell’ombra, calca il palcoscenico soltanto in alcune circostanze. Come quando sfiora il goal: salvataggio sulla linea, peccato. Per il resto macina palloni e chilometri, è il vero artefice del possesso palla del Napoli. Il tiki-taka Sarriano nasce dai suoi piedi, è un Re Mida che trasforma ogni palla che tocca in oro colato.

Callejòn 7: Sesto e settimo assist stagionale: basta questo dato. Solito gregario consumato, la battaglia non lo spaventa e il lavoro nell’ombra ne esalta le qualità all’ennesima potenza. Bello da vedere quando sbuca alle spalle dei compagni, ha l’eleganza di un maggiordomo nel porger loro i vassoi d’argento. Tavola apparecchiata per Mertens e Chiriches. Loro, per ricambiare, non si fanno pregare.

Mertens 9: L’uragano Dries s’è abbattuto sul Torino e su Mihajlovic con una forza distruttiva che ha sottratto ogni certezza ai poveri difensori granata. Povero Barreca, ad esempio: vede apparire Mertens dal nulla, lo stende perché nemmeno s’accorge della sua presenza, quasi domandandosi da dove fosse sbucato. Elegante quando tocca la palla, cinico e lottatore quando c’è da sottrarla o spedirla nel sacco. D’estetismo e concretezza sul primo goal, di freddezza polare sul secondo, di “cazzimma” sull’hat-trick. Il secondo in due partite: in A non accadeva dal ’94-’95. E poi il poker, con un pallonetto che è d’una bellezza sublime e geometrica.

Insigne 7: E l’Oscar come miglior attore non protagonista va a… Lorenzo Insigne! Mertens ruba la scena e gli applausi, eppure quel ragazzo (simile d’aspetto) con la 24 sulle spalle di chilometri ne macina e di palloni ne tocca a centinaia. Corre, lotta, suda, combatte. E, soprattutto, incanta quando tenta la giocata personale o l’assistenza per i compagni. L’avevamo perso in un avvio di stagione confuso, l’abbiamo ritrovato nel momento del bisogno. È tornato, e stavolta anche da gregario consumato che non ha paura di mettersi al servizio degli altri. (Dal 81′ Giaccherini 6: Si destreggia bene, cerca anche il goal senza trovare fortuna).

Sarri 8: I cinque goal portano le firme di Mertens e Chiriches, vero. Eppure il vero top player del Napoli siede in panchina, ogni tanto si alza, rimprovera, impreca, catechizza e applaude. Cinquanta sfumature di Sarri. C’è tutta la sua filosofia nel meraviglioso palleggio dei suoi ragazzi. Quasi poesia, quasi letteratura. Poi, però, c’è quel pelo dell’uovo che va trovato. Perché non si smette mai di migliorare, mai di lavorare e limitare le sbavature: 3 goal subiti sono troppi. Il Real, in caso di ingenuità, andrebbe a nozze. Ma tranquilli: Sarri lo sa.

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