Maradona, Pablo Escobar ed un incontro destinato a fare la storia: quando Diego andò a giocare alla ‘Catedral’

MARADONA ESCOBAR / Lo stesso mondo, due storie diverse. Una patria in comune, il Sudamerica. Il peso della storia che li ricorda: uno, per la sua grandezza in campo. L’altro, per le scelleratezze di una vita dedicata al….narcotraffico! Sì, vi sembrerà strano, Diego Armando Maradona, il Dio del calcio, e Pablo Escobar, il Dio della cocaina.

MARADONA ESCOBAR, L’INVITO DI PABLO AL PIBE DE ORO

Maradona Escobar e quell’incontro che ha fatto storia. La figura del criminale più importante del mondo è tornata in auge, soprattutto grazie alla serie prodotta da Netflix, ‘Narcos’. Re della cocaina, politico, uomo d’affari ma non solo. Escobar, per smaltire il denaro sporco proveniente dal narcotraffico, investiva. E lo faceva soprattutto nella costruzione di case, centri per le persone disagiate di Medellin, sua città, nel cuore della Colombia. E puntando alle squadre di calcio, sport di cui fu sempre grande appassionato al punto da investire in diverse squadre (cosa poi smentita dal figlio Sebastian Marroquin, al secolo Juan Pablo Escobar). Su tutte l’Atletico Nacional de Medellin, che ultimamente va molto di moda, in Colombia e non solo. Correva il dicembre del 1991. Maradona, squalificato per due anni proprio a causa della cocaina, venne avvisato dall’allora agente, Guillermo Coppola: un importante signore colombiano voleva Diego per una amichevole con altri giocatori sudamericani.

MARADONA ESCOBAR, LA PARTITA NELLA CATEDRAL

Maradona era peraltro amico di Gilberto Orejula, signore del Cartello di Cali. Diego accettò e si recò in Colombia. Stupore quando fu portato all’interno di un carcere: il Pibe temeva volessero arrestarlo ma in reMARADONA ESCOBARaltà altro non era che la celeberrima Catedral, il carcere personale di Escobar. Più simile ad una reggia, in realtà. “Mi presentarono il signore che mi aveva invitato, chiamandolo El Patron. Si dimostrò rispettoso e freddo, ma anche amichevole. Ammirava il mio calcio, si identificava con me, entrambi eravamo venuti fuori dalla povertà” – ha dichiarato Diego in una intervista postuma.

Quel pomeriggio si giocò la partita nel campetto del carcere della Catedral. I sicarios di Pablo, Maradona e René Higuita, che salterà il Mondiale di USA ’94 proprio per l’amicizia con El Patron. Alla fine tutti vennero pagati e ringraziati con una festa. “C’erano le donne più belle mai viste in vita mia” – parola di D10s.

Quando venne a sapere del tragico epilogo di Escobar, ucciso dalla DEA e dalla polizia colombiana, rimase di sasso, Diego. Non sapeva che quell’uomo così facoltoso era il mandante di più di diecimila omicidi. Dopo quell’incontro non vi fu più modo di vedersi. Pablo propose a Diego di diventare il numero dieci della sua squadra ma Maradona preferì l’Europa e andò al Siviglia. Era il 1992. Un anno dopo un colpo di pistola porrà fine all’epopea di Pablo Escobar e il corpo del narcotrafficante farà il giro del mondo su tutti i giornali.

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