Reja: “Il ritorno a Napoli da avversario il momento più commovente della mia carriera. Bravo e coraggioso ADL nel portare Sarri a Napoli. Su Gabbiadini…”

Soddisfazioni e ricordi che si susseguono. Dalla Serie C alle porte dell’Europa in una cavalcata meravigliosa, indimenticabile. Edy Reja rappresenta un pezzo di storia, importante, del nuovo Napoli. Quello risorto dalle proprie ceneri e tornato grande, voce solista nel palcoscenico del calcio che conta. C’è tanto del lavoro del tecnico di Gorizia nelle fondamenta di questo progetto. Momenti indimenticabili, rimasti indelebili anche al ritorno al San Paolo dopo l’addio. Avversario, certo, sulla panchina della Lazio prima e poi dell’Atalanta. Mai nemico, perché quel legame va oltre il tempo, soverchia il presente come ogni ricordo indelebile.

Reja farà il suo ritorno al "San Paolo" solo qualche anno dopo, nel 2010, sulla panchina della Lazio. Memorabile un 4-3 al "San Paolo", con una bellissima accoglienza del pubblico di casa per l'ex allenatore.

Proprio su quest’aspetto, oltre ad un’analisi sul duello che lo vedrà doppio ex nell’anticipo di sabato tra gli azzurri e i biancocelesti di Simone Inzaghi, Reja si  è soffermato in un’ampia intervista per le colonne de La Gazzetta dello Sport, di cui vi riportiamo alcuni stralci.

Reja, Napoli-Lazio che cosa le ricorda personalmente?

“Sul piano emotivo, un episodio molto bello quando con la Lazio sono tornato per la prima volta a Napoli da ex (3 aprile 2011, ndr). Uscito dal sottopassaggio, vidi la gente in piedi ad applaudirmi fino a quando non raggiunsi la panchina. Lo ritengo il momento più commovente della mia esperienza di allenatore. Sul piano professionale, da ex al San Paolo ho sempre cercato di farmi valere in chiave tattica: conoscevo bene gli avversari”.

Come finirà al San Paolo?

“Partita aperta ad ogni risultato. Il Napoli potrebbe risentirne sul piano fisico per l’impegno di martedì in Champions. In campionato deve ritrovare una certa brillantezza. Sarà un ostacolo difficile per la Lazio, che però col suo tridente d’attacco può creare problemi alla difesa del Napoli”.

Le piace il Napoli di Sarri?

«Tanto perché gioca davvero bene. Merito dell’allenatore. Stimo molto Sarri sin dai tempi di Empoli quando lo seguivo per i movimenti attuati dalla difesa e negli sviluppi della manovra in fase offensiva. Mi sembrava di vedere giocare il Barcellona sul piano del fraseggio . Il suo lavoro sta rivalutando la scuola degli allenatori italiani».

Anche De Laurentiis ha saputo scegliere il tecnico ?

“Bravo e coraggioso, perché lo ha portato da Empoli a Napoli: non era affatto facile”.

Al Napoli ora manca più Higuain o Milik?

«Milik, perché il suo infortunio ha privato la squadra dell’elemento in grado di concretizzare il gioco. Higuain è di un altro livello: straordinario l’anno scorso con i 36 gol. Ora punto però su Gabbiadini che è un ottimo elemento».

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