Errori e difficoltà costanti, decisivo suo malgrado. Il peggiore in campo per SpazioNapoli è…

Masochismo. Nient’altro può rappresentare al meglio i novanta minuti di Torino. Farsi del male da soli in un serrato testa a testa non concede tregua. Nessuno scampo. La sconfitta dello Stadium è caratterizata da un rendimento non all’altezza di alcuni singoli; ma è soprattutto figlia di topiche individuali, lo scotto pesante da pagare in una sfida equilibrata dove il Napoli avrebbe meritato ben altro risultato.

Solo, fino a scomparire, inghiottito nel trittico difensivo bianconero. Dries Mertens non riesce a lasciare la sua impronta, l’istinto dell’uomo d’area di rigore non scorre nelle sue vene e lo evidenzia quando manca, in due occasioni, la zampata decisiva. Non si risparmia, mai. Rischiando le gambe in più di un’occasione. Ma pecca soprattutto in personalità, non riuscendo a trovare la posizione giusta, la chiave con cui far male davvero alla retroguardia avversaria. Si accende a sprazzi, per poi perdersi, concedendo a quest’ultimo aspetto una continuità che ne pregiudica del tutto la prestazione. Male anche Emanuele Giaccherini, trenta minuti contro la sua ex squadra ed il compito di garantire imprevedibilità e spessore sulla sinistra. Nulla. Errori su errori, per certi versi persino frustrante.

A metà campo, con Allan – che però macchierà la sua gara lasciando solo Higuain sul goal partita –  e Diawara intenti nell’imbastire una vera e propria lotta all’arma bianca, chi concede troppo presto gli onori della resa è il capitano, Marek Hamsik. Poco propositivo, compassato, nessuno slancio che riesca ad innescare la luce giusta. Il compito di creare gioco è, con l’assenza di Jorginho, soprattutto sulle sue spalle. Ma finisce per delegare, preda di un trasformismo che di frequente lo vede mutare da uomo in più a totale assente. E in serate come questa, certe uscite a vuoto pesano.

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Dietro arrivano alla distanza le sofferenze più lancinanti. Distrazioni, continui patemi ed errori decisivi. Riuscendo a vanificare la prestazione superlativa dei due centrali, la palma del peggiore in campo va a Faouzi Ghoulam. L’assist involontario per Bonucci è una topica che si può concedere, al massimo, alla partitella del giovedì, al calcetto fra amici. Allucinante. Anche sul raddoppio bianconero c’è, suo malgrado, il suo tocco a fare da sponda al Pipita. L’emblema di una prestazione mutata in angoscia al momento dell’ingresso in campo di Juan Cuadrado, rapidità di gamba e di pensiero abbinata a imprevedibilità in ogni giocata, ogni movimento. Un ritmo insostenibile che vede l’ex Saint Etienne capitolare con facilità. Svarioni e difficoltà in una serata difficile, il fianco debole di un gruppo che non ha mai demeritato al cospetto dei campioni d’Italia, ma anche questo, in fondo, è il calcio. Cinico, spietato, come sempre per gli azzurri allo Stadium.

Edoardo Brancaccio

 

 

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