Le pagelle di Crotone-Napoli: Maksimovic statuario, Mertens fino allo stremo, Callejon a fil di spada e la follia di Manolo. Diawara e Allan…

Reina 6,5: Rosi gli spunta oltre la minima distanza di sicurezza, difficile chiedere miracoli. Pragmatico su Palladino, eleganza ed efficacia sul guizzo di Falcinelli. In uscita nessuna difficoltà. Sui tre punti anche le mani del portiere di Cordoba, la migliore risposta dopo gli affanni contro il Besiktas.

Hysaj 6: Un diesel, cresce alla distanza quando gamba e sacrificio sono maggiormente richiesti. Tiene bene, salvo la paura nel finale: rischia grosso su Falcinelli ma Mazzoleni non ne sanziona il fallo.

Maksimovic 7: Tempo di prima volta, primo guizzo in Serie A. E nel momento più complesso, a pochi minuti dalla follia di Gabbiadini che lascia i compagni in 10 uomini. Movimento rapace sul secondo palo, piattone e esultanza sotto lo spicchio dei tifosi azzurri. La chiave di volta della sua prestazione, fino ad allora comunque mai in discussione. Sicuro, brillante in anticipo e marcatura. Radar innescato ed è praticamente su qualsiasi pallone. Sempre lucido in impostazione.

Koulibaly 6: Quando si alza la contraerea azzurra per i pitagorici son dolori e il franco-senegalese è protagonista, come in occasione del raddoppio. La giornata ideale per ritrovare convinzione nei propri mezzi, quasi sempre impeccabile al cospetto degli avanti di Nicola. Qualche sbavatura solo nell’epilogo dello Scida: su Falcinelli alla mezz’ora della ripresa, senza conseguenze nell’economia della gara grazie a Reina, poi tiene in gioco Rosi in occasione dell’1-2 finale.

Strinic 6: Ritrova minuti e titolarità, soffre il minimo e prova a spingere. Per rendere al meglio necessita di qualche minuto in più nelle gambe, il Nazionale croato la risposta, comunque, l’ha data.

Hamsik 6: Partenza lampo e subito un’occasione ghiottissima ma accompagnata da una conclusione non all’altezza. E’ tra quelli che non ha mai tirato il fiato e in una gara come questa è giusto dare spazio dopo un’ora a chi ha linfa dalla quale l’intero gruppo può attingere. Nei 60′ di gioco a disposizione comunque si attiene alle consuete consegne: detta sempre la giocata e prova a finalizzare, senza mai lesinare chilometri percorsi in fase di non possesso.

(Dal 62′ Zielinski 6: Spazia tra il ruolo di vice Hamsik fino a spingersi da riferimento in avanti. Ci mette nerbo, quantità e non disdegna mai la giocata. Il solito Piotr.)

Diawara 7: Venti minuti di personalità all’esordio assoluto ed ecco l’esordio dal 1′. La risposta è da uomo d’ordine, fisico e corsa. Sui palloni alti è una garanzia, dalle sue parti – generalmente – raramente si può circolare, soprattutto quando ripiega di prepotenza. I tempi nella gestione del fraseggio sono quelli giusti. Così come quando si concede la tentazione in progressione o la giocata in verticale.  Talvolta, unico appunto, è ancora troppo anarchico. Ottima la prima da titolare, nessun dubbio.

Allan 6,5: Dopo tre sconfitte consecutive, due in campionato, lo spazio per i fronzoli è ridotto all’osso. Il volante scuola Vasco lo sa, agisce di conseguenza. Assetto da battaglia, su ogni pallone. Pressing forsennato e ripartenze. In una gara in inferiorità numerica l’apporto del carioca è ossigeno.

Mertens 7: Brio e sacro furore, a tutto campo. Dirottarlo esclusivamente a sinistra sarebbe limitante, lui spazia ovunque e lo fa abbinando corsa e qualità. Ripiega, recupera e attacca. Multitasking made in Leuven. E quando punta l’uomo per la retroguardia di Nicola son dolori difficile da lenire. C’è la sua impronta, marchiata a fuoco, sul vantaggio partenopeo. E così per l’intera prestazione, quando con l’espulsione di Gabbiadini è costretto a lavorare per due. Manca solo il goal, ma è un dettaglio. Esce stremato.

(Dall’83’ El Kaddouri s.v.)

Callejon 7: Le rotazioni proseguono, non per il numero 7 azzurro. Il motivo è presto detto: cattivo tra le linee, morde lo spazio, rabbioso. Il goal manca da quattro giornate e il classe ’87 di Motril decide, da subito, che è tempo di interrompere il digiuno. Neanche venti minuti ed il piatto è servito, destro radente e preciso a fil di spada. Sesto sigillo stagionale. Poi il resto, sempre sul pezzo, cercando la profondità e arretrando il raggio d’azione all’occorrenza.

(Dal 75′ Giaccherini s.v.)

Gabbiadini 4: Trenta minuti con il giusto atteggiamento, lavoro di sponda, sacrificio e poi tuffarsi alla ricerca del varco giusto, in attesa. Carattere, questo serviva, che poi, però, sfocia in follia, totale assurdità. Fallo di reazione a punizione guadagnata, sotto la doccia. Dopo la gara contro il Besiktas sembrava arrivato il suo momento, inconcepibile. La prima volta in oltre 150 gare di Serie A, nel momento più sbagliato. Salterà la Juventus.

Sarri 6: L’importante era ritrovare i tre punti contro un avversario che, al netto della dimora ritrovata, non poteva incutere timori. Troppo il divario sul rettangolo di gioco, evidenziato nonostante l’ora in inferiorità numerica. Gabbiadini ne scombina i piani, ma il tecnico azzurro batte ciglio il giusto, quasi per niente. Ottima la risposta di Diawara, discreto l’apporto di Strinic. Cresce Maksimovic dopo i patemi, più fisici che tecnici contro la Roma. Dopo tre, pesanti, battute d’arresto, il suo gruppo ha innescato la prima. Ripartire, questo l’imperativo. Ora, dall’amacord con l’Empoli fino al terribile uno/due in trasferta tra Torino e Istanbul è tempo di cambiare marcia.

 

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