Le pagelle di Napoli-Besiktas: Jorginho recidivo, Insigne trema. Manolo no, male gli esterni. Mertens e Hamsik…

Reina 5,5: Sul primo vantaggio avversario Adriano gli spunta a due passi, poco da dire. Il raddoppio turco è una gentile concessione di Jorginho, vero, ma l’estremo difensore è troppo molle su una conclusione per nulla irreprensibile. Rimedia con un’uscita da libero aggiunto quando è Maggio a invitare a nozze l’attacco di Gunes. Tanta indecisione anche sulla capitolazione azzurra.

Maggio 5: L’iniezione di fiducia c’è, in barba ai musi lunghi della passata stagione. Adriano sull’1-0 lo brucia sul posto. Ed è un dato ineluttabile, che pesa sull’economia della gara e sulla valutazione della gara del vice-capitano azzurro.

Chiriches 6: Nessun errore marchiano, nella fiera delle insicurezze in difesa è l’unico a giocare semplice e sbagliare di rado. Contro un attacco che non vanta fuoriclasse, tutt’altro, fa il suo senza mai demeritare.

Koulibaly 5,5: Croce e delizia, come da un po’ di tempo a questa parte. Interventi importanti, fisicità strabordante. Ma eccesso di fiducia sempre ad un passo. E di lì gli errori che non mancano neanche stasera. Troppo spesso distratto, la colonna della linea a di Sarri continua a scricchiolare.

Ghoulam 5,5:  Contro la Roma tra i più propositivi, ma in fase di non possesso è dalla gara di Bergamo che l’apporto dell’ex Saint Etienne sta assumendo contorni preoccupanti. Sul vantaggio turco perde del tutto Quaresma. E nel duello con il portoghesi l’asticella raramente pende dalla sua parte. Alla distanza finisce per domare il diretto avversario e provare a proporsi, ma il suo apporto non è quello atteso su un out mancino da rivedere.

Zielinski 6: Cresce, partita dopo partita. Qualche difetto resta, ma l’apporto è progressivo, sempre più importante. Quantita per due e altrettanto dinamismo, concedendosi anche il vezzo, qualche giocata sul velluto. La giocata con cui imbecca Callejon e confeziona il rigore sprecato da Insigne è un cioccolattino da scartare e gustare.

(Dall’82’ Allan sv.)

Jorginho 4: Conclude un percorso da incubo iniziato con il Benfica e mai interrotto in Serie A. E proprio come contro i portoghesi, in fotocopia, regala agli avversari la più ghiotta delle occasioni, con difesa praticamente scoperta. Errore scriteriato che affossa per lunghi tratti le velleità di un gruppo che aveva reagito bene al colpo inferto da Adriano.

(Dal Diawara 6: Fisico, corsa, nessun timore nel dettare la giocata in verticale. Difende e cerca il fraseggio. Tutto alla prima in azzurro, in una serata difficile e da Champions League. La stoffa è immensa, a Sarri il compito di sceglierne l’utilizzo migliore.)

Hamsik 6: Le notti di Champions ne tirano fuori doti da centrocampista di primissima fascia. Il Tracciante che pesca Callejon e dà il via al momentaneo 1-1 è una delizia. E’ a tutti gli effetti il lampo più abbagliante in una gara dove non è sempre appariscente ma sempre, con costanza, si pone come punto di riferimento di ogni giocata offensiva.

Callejon 6,5: Riscatta la gara contro la Roma. Sempre presente, costante affanno per gli avversari e presenza sulla destra anche in fase di non possesso. Forse non lucidissimo, ma in ogni azione propizia c’è sempre un sussulto del classe ’87 di Motril

Insigne 4,5: Sprazzi importanti, buone giocate, ma alternati a momenti di in cui sembra scomparire, perdersi. L’Insigne apprezzato ed ammirato l’anno scorso è troppo importante per questo Napoli e dovrebbe incidere con continuità. L’occasione non manca, undici metri nel momento topico della gara. Rigore pessimo, poco da dire. Non ha lesinato l’impegno, tutto agli atti. E i fischi assordanti forse sono persino ingenerosi, ma così non va.

(Dal Gabbiadini 6,5: Lui non trema, lui proprio no. Il rigore del pari è un desiderio che non lascia sfuggire al suo mancino. Freddo, non batte ciglio, e il pari non sfugge. Trova l’eurogoal, quello da raccontare ai nipoti in una serata da Champions, da primo squillo in Champions League, ma la bandierina gli strozza l’urlo in gola.)

Mertens 7: In una condizione simile è imprescindibile, mente e pensiero in un connubio che ne esalta ogni singola caratteristica. E brillantezza. Quando Insigne pennella e gli chiede di incornare a rete glissa. Ma sa farsi perdonare con un movimento da attaccante vero a concludere al meglio un’azione da encomio per chi ama il bel calcio. E da tale prosegue la sua gara: due rigori guadagnati senza far mancare il giusto sacrificio. Quando parte dà sempre l’impressione di poter fare la differenza.

Sarri 5: Gabbiadini in panchina non è un segnale, di più. Respiro anche a Hysaj e Zielinski che ritrova il primo minuto.  Pochi minuti ed arriva il tredicesimo goal subito in stagione poi anche il numero 14 e il numero 15. Una Caporetto per chi dell’equilibrio ha sempre fatto un fiore all’occhiello. Adriano diventa lama affilata nel burro più tenero di una difesa che barcolla, da registrare. E così l’intera fase passiva. A seguire altri due montanti, fino al ko finale. Errori individuali, tanti, ma anche di sistema.  Inutile nascondersi, se ogni offensiva avversaria rappresenta, quasi, una sentenza di pericolo un motivo ci sarà. Il suo Napoli incassa bene il primo colpo e prosegue col suo spartito, a differenza delle ultime due uscite, ma chiude vittima di una sequela di errori che ne sanciscono la terza sconfitta consecutiva. Una squadra dai due volti,  che dietro ha smarrito sicurezze che ormai sembravano consolidate, ma che riesce, almeno, a ritrovare il suo arioso offensivo, premiato dalle qualità del terribile terzetto messo a scalfire altre certezze, quelle dei bianconeri di Istanbul ancora imbattuti in stagione. Una squadra dai due volti, quasi spaccata in due, protagoniste di una sconfitta che fa malissimo.

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