Le pagelle di Napoli-Bologna: Divino Arek. Calleti e le 50 gemme, la voglia di Insigne e le due facce di Reina. Hamsik e Gabbiadini…

Reina 5,5: A Kiev Sydorchuk ne saggiò all’istante tempismo e rapidità con una conclusione dalla metà campo, Dzemaili fa lo stesso dopo 3′, girata velenosa e ben angolata che il portiere azzurro vede partire in ritardo. Ma nell’intervento dell’ex Liverpool c’è tutto: reattività, tecnica ed istinto. Altri buoni interventi tra i pali ed in uscita, ma è vittima – colpevole – della conclusione dall’effetto insidioso di Verdi che regala il pari momentaneo al Bologna.

Hysaj 6: Non è il solito, incontenibile marcatore, capace inoltre di gettare il cuore oltre l’ostacolo con pari qualità. Si fa valere, comunque, ma Kreijci ogni tanto lo mette in difficoltà.

Albiol 6: Quando richiesto ci mette carisma ed esperienza. Sempre sicuro in impostazione, a differenza di Kiev, sbroglia alcune situazioni particolarmente infuocate in area nella ripresa.

Koulibaly 6: L’attacco felsineo vede in Verdi il giocatore principe, data l’assenza di Destro e l’ex Empoli si rivela più problematico del previsto. Tanto movimento, mai statico, un osso da digerire alla distanza. Sul goal chiude in maniera tardiva, per il resto della gara gestisce, con le buone o con le cattive.

Strinic 6: Prima stagionale per il Nazionale croato, presenza dal 1′ che mancava dalla batosta del 16 aprile scorso a San Siro contro l’Inter, cinquanta minuti difficili fino ad una sostituzione doverosa. Si riprende l’out mancino con autorità, padrone di ogni zolla di competenza.  Buona la spinta, rivedibili alcuni cross. I pochi minuti pesano e poco oltre l’ora di gioco lascia

(Dal 67′ Ghoulam 6: Entra bene, sul tavolo una freschezza che abbinata alle sue qualità atletiche diventa una chimera per la linea rossoblù. A tratti diviene l’esterno d’attacco.)

Zielinski 6,5: Ancora dal primo, per un ballottaggio – quello di Allan – che promette di ripetersi come una costante quest’anno. Dinamismo che fluisce naturale, personalità tanta e quella naturale capacità di attaccare la profondità. Ed è così che causa, lanciato a rete, l’espulsione di Krafth. Spende tanto e talvolta risulta leggermente caotico, confusionario. Ma è un appunto che sbiadisce al cospetto di una resa importante.

Jorginho 6,5: Anche Donadoni sciorina il solito, consueto, modus agendi. Stavolta è Nagy a tampinarlo fin dalle prime battute. Il regista azzurro comunque per un tempo è un metronomo praticamente perfetto, ritmo ed equilibrio, con tanta accortezza anche in ripiegamento. Giostra la solita encomiabile quantità di palloni.

(Dal 74′ Allan 6,5: Impatto devastante, cavalcata trascinante fino al fondo e appoggio perfetto per Insigne, che però spreca malamente. Venti minuti a cento all’ora, sfiora il goal con un destro a giro pregevole.)

Hamsik 7: Una prima frazione di gara diviso tra lavoro oscuro e al servizio dei compagni. Niente che comunque rispecchi a pieno i migliori standard del capitano azzurro alla ricerca – tra l’altro – del guizzo numero 100 della sua decennale favola in azzurro. Il gol non arriva ma nel momento più difficile è lui a scorgere il corridoio da incorniciare per lo scatto di Milik verso la porta di Da Costa.

Callejon 7,5: Timbro numero 50 in maglia azzurra, cinquantesima gemma. Canonico movimento a bruciare i diretti avversari tra le linee ed ecco vantaggio e quinto goal in campionato, sentiti ringraziamenti alla consueta assistenza di Insigne. Orpello delizioso ad una prestazione mostruosa. Il classe ’87 di Motril è ovunque, fibrillazione per ogni heatmap a saggiarne la gara. A destra come a sinistra, e poi al centro, fino a dei ripiegamenti da antologia al limite dell’area azzurra. Eccezionale, apre la gara e la sigilla con x minuti dal rendimento devastante per continuità.

Insigne 7: Parte forte, occhi della tigre e carica giusta. Corre, attacca, pressa e cerca il goal. Un chiodo fisso. Destro e sinistro, brividi in successione per la retroguardia di Donadoni. Poi, ovvio, non manca mai il tempo di innescare la premiata ditta con Callejon: consueto, incantevole destro a incrociare, parabola perfetta per la proiezione del numero 7 che brucia i diretti avversari e sigla il vantaggio. Nella ripresa il ritmo non è lo stesso, sebbene sia sempre insidioso. Sarà la frenesia o la poca lucidità, ma divora un goal clamoroso dopo un ottimo movimento a sfruttare l’assist di Allan.

Gabbiadini 5,5: Arriva la tanto agognata occasione da titolare, ma la risposta lascia ampiamente a desiderare. Si batte, è indubbio, ma sembra costantemente in difficoltà, persino nel rapportarsi ai due compagni di reparto che nei primi 45′ fanno fuoco e fiamme. Mette in mostra un paio di conclusione con poca fortuna e lascia il campo in preda al nervosismo.

(Dal 61′ Milik 8: Trenta minuti da predestinato. Come prendere la squadra sulle spalle e risollevare una gara divenuta complessa? Lo spiega Arkadiusz, con un linguaggio universale. Lotta forsennata su ogni pallone, strenuo lavoro al servizio del gruppo – suo l’ottimo pallone in profondità che porta all’esplusione di Krafth – e goal, il goal che gli pulsa dentro. Prima occasione, primo pallone, con la coda dell’occhio scorge l’idea di Hamsik e dritto verso l’area, tocco sotto e 2-1. Poi una bordata, sempre col sinistro, per chiudere i giochi. Impatto unico nella storia del club, semplicemente Arek. Divino. Con semplicità.)

 

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