Rabbia, cattiveria, concentrazione: il nuovo corso del Napoli tra i piedi di un nuovo leader, Lorenzo Insigne

Il Napoli c’è, non molla, anche se è estate ed in fondo un certo tipo di calcio non conta poi più di tanto. Però una certezza: le basi ci sono, solide, di quelle che non crollano per qualche scaramuccia o colpo basso,  plasmate dalle sapienti mani di un demiurgo, quel Maurizio Sarri arrivato giusto un anno fa per la prima volta a Dimaro, e capace di formare un gruppo di uomini convinti dei propri mezzi e cattivi, avete letto bene, al punto giusto.

Perché una delle immagini più belle della serata di Trento è tutta negli occhi di Lorenzo Insigne, tifoso del Napoli, futura bandiera, con quel desiderio voluto e reiterato, mai nascosto, di rappresentare l’azzurro nel mondo oggi, nel presente, e domani, nel futuro. Anno da incorniciare, quello passato, per il Magnifico: una nuova stagione alle porte, in cui non solo riconfermarsi ma, addirittura, migliorarsi. Senza il compagno di reparto con cui meglio si è trovato e questo paradossalmente potrebbe essere un grande, grandissimo vantaggio per lui. Negli occhi, dicevamo, l’immagine di una tigre inferocita: arrabbiato, anche lui, tradito, nel profondo, in quella napoletanità che rappresenta seriamente e che, negli ultimi giorni, è stata gravemente infangata. Dalla partenza del Pipita, però, nuovi stimoli per quel ventiquattro tutto classe e talento, genio e poca sregolatezza: la possibilità di caricarsi sulle spalle l’intero gruppo e diventare, finalmente, vero leader, non più coprotagonista, del Napoli.

Perché Insigne ha messo in mostra quella voglia di rivalsa, quella voglia di maturità, finalmente, per caricarsi responsabilità, pesi, oneri ed onori. E non solo per il gran gol, l’ennesimo stupenhamsik esultanza gol insigne jorginhodo, con tocco sotto di destro: quella è classe, ma ci vuole anche e soprattutto la testa. Movimenti, corsa, a tutto campo, in amichevole come in campionato o coppa, chiamando i compagni a gran voce, proponendosi, cacciando fuori gli attributi e candidandosi, senza pudore, a ruolo di leader. Perché i tempi sono maturi affinché sia un napoletano a condurre per mano la squadra e, si intende, senza oscurare Marek Hamsik, l’altro grande polmone del Napoli, slovacco solo per caso e di fatto napoletano a tutti gli effetti. A Trento solo un assaggio di quella che dovrà poi essere la realtà sul campo: correndo, sudando, lottando per la maglia, a sua difesa, contro più e più ingiurie. E poi indossare fieramente la fascia, tenersela stretta, giocare sempre e comunque con lo stesso sguardo, cattivo, arrabbiato, concentrato, pronto a mordere la preda. Un esempio per i compagni, da seguire, a testa bassa e senza dubbi.

Una nuova stagione è alle porte, Insigne si scalda. È giunto il momento, dal venti agosto si farà sul serio. Insigne si scalda, ora o mai più. Per prendersi il Napoli e dimostrare che poi, fare qualcosa di grande con questa maglia, non è poi così male.

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