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Ibra-Higuain: il Psg sogna la ‘staffetta’, ma presente e futuro del Napoli dicono altro…

Arriva da re, lascia da leggenda. Trovato nulla di simile? Ma sì, lo si coglie al volo: Ibra ed il Pipita, in fondo, non sono così lontani. Nel pensiero, almeno. E nella mentalità, nella voglia di passare alla storia. Nelle qualità balistiche pronte ad essere pura materia per sogni infiniti. Uno di questi, poi, Zlatan l’ha realizzato: voleva lasciare come miglior giocatore della storia del Psg. Manco a dirlo, ci è riuscito. E ce l’ha fatta con trofei, determinazione e gol. Tanti gol. Più di Higuain, quest’anno. Guarda un po’: con gli stessi e identici 36 centri in campionato che il Pipa sta inseguendo. Corsi, ricorsi e numeri. Roba da leggende.

Solo che a Napoli, quando s’annuvola, non è mai buon segno. A Parigi? Pensano già al prossimo giorno di sole. Eccola, la differenza. Che senza Ibra, il domani dei campioni di Francia sembra comunque chiaro e d’una luminosità imbarazzante. Ma con un’eventuale partenza di Higuain, chi può davvero rischiarare il futuro partenopeo? Tanti nomi, poche certezze, un’unica preghiera: se proprio dovesse decidere d’andar via, lo faccia a buono, buonissimo mercato.

L’UOMO GIUSTO. PER LORO… – Dunque, Gonzalo va? Il fatto nudo e crudo è questo: con l’addio di Zlatan Ibrahimovic, lo sceicco Al Khelaifi non ha più remore. C’è bisogno di una superstar nel suo team, di un uomo che possa trascinare la squadra in ottica Champions e più concretamente in formato marketing. Che sappia far gol, che li sappia produrre. Che sappia inoltre avere un carisma quantomeno paragonabile all’infinita stoffa del genio svedese. Indizi, certo. Magari anche semplici riflessioni. Che portano dritti a Napoli, però.
Perché? Per carattere e caratteristiche, al momento non c’è nessun calciatore che sappia interpretare meglio del Pipita il ruolo ricucitosi da Ibra all’interno del suo Parc. Chiamateli ‘dettagli’…

NEL FRATTEMPO – Ah, per ora Higuain non ci pensa mica. E i motivi sono presto spiegati: c’è un secondo posto da blindare, un Nordahl da raggiungere, l’ennesima sfida con se stesso da prendere e portare a casa. Ecco: se non si è stati abbastanza chiari, tempo per il mercato non può e non deve esserci. Però la questione resta, così come il tarlo. Che chiacchiera, insinua, tende tranelli mediatici. Come quest’ultimo in arrivo dalla Spagna: nel post Higuain ci sarebbe Alvaro Morata. E ancora: il sogno Lacazette, la speranza Zaza, la voglia di Lapadula. Toccherà scegliere, in ogni caso: perché da questa decisione poi arriverà tutto il resto. Ossia: dimensione, obiettivi, forza. Peculiarità che il Napoli vorrebbe lasciare così come sono, ma con la forza di poter resistere alla tentazione. E quindi, proseguire con un Gonzalo in più: la ricca offerta per trattenerlo, infatti, è l’unico passo in avanti concreto in vista del domani azzurro. Emblematico, decisamente.  

AMOUR E PORTAFOGLI – Certo, i parigini sguinzaglieranno armi pesanti e assegni ciccioni. Ma mai come quest’anno c’è la consapevolezza d’avere la forza necessaria per trattenere il miglior giocatore del campionato. E non per una mera questione economica, quanto più per un affare “di cuore”. Romanticismo estremo? Macché: con l’accesso diretto in Champions, Giuntoli avrà budget e prestigio dalla sua. E chissà, forse con l’offerta giusta, anche un Pipita pronto a lottare per l’immortalità. Del resto, l’obiettivo dell’argentino non è mai stato l’essere uno tra tanti. Nemmeno quello di Ibra. L’avevamo detto: alla fine, non sono poi così distanti…

Cristiano Corbo

Articolo modificato 13 Mag 2016 - 20:48

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Scritto da
redazione