Secondo o terzo posto? Quando tre partite possono cambiare bilanci e prospettive

La classifica oggi. Il Napoli da febbraio sta provando in ogni maniera a complicarsi la vita: prima ha perso la testa della classifica a Torino contro la Juventus, poi ha regalato punti preziosi alla Roma che da oltre 10 lunghezze di distacco si è ritrovata incredibilmente a soli 2 punti che inoltre, a causa della vittoria nello scontro diretto grazie al goal di Nainggolan, virtualmente assottigliano il margine. Le ultime tre partite della stagione saranno fondamentali: il calendario azzurro vede come ultimi avversari Atalanta, Torino e Frosinone e 9 punti da non perdere, 9 punti fondamentali sia per i tifosi ma soprattutto per i bilanci.

Secondo o terzi? La risposta appare facile: bisogna arrivare secondi perché la percezione sui risultati stagionali darebbe una sensazione assolutamente negativa degli stessi ottenuti. Esistono però motivi molto più concreti che spingono il Napoli a dover lottare per mantenere assolutamente questa posizione guadagnata con tanto sudore e tante vittorie. Per una società di calcio priva di uno stadio di proprietà, di centri sportivi all’avanguardia e in generale di tutti quei fattori che possono creare introiti ingenti e costanti, accedere ai gironi di Champions League in maniera diretta e ottenere una maggiore fetta della torta italiana relativa alla ripartizione dei diritti TV è linfa vitale, anzi quasi unica fonte di sostentamento. È storia recente quella che ha caratterizzato la fallimentare ultima stagione di Benitez, la mancata qualificazione alle più prestigiosa coppa europea tagliò le gambe alle possibilità di crescita del club azzurro che fu costretto per motivi di budget a tagliare il tetto ingaggi nella maniera più determinata possibile. Invece dei tanto nominati Mascherano e Fellaini arrivò David Lopez e l’unica nota positiva fu l’acquisto di Gabbiadini nello scorso gennaio.

Mg Reggio Emilia 23/08/2015 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri-Cristiano Giuntoli

I numeri. Quanto vale quindi la differenza tra il piazzamento al secondo posto o al terzo posto della Serie A TIM? Circa il 5% della cessione dei diritti TV avviene su base meritocratica (in attesa delle modifiche alla legge Melandri) e chi vince lo scudetto ottiene circa 4,5 milioni di euro, il secondo 4,3 milioni e il terzo 4,1 milioni senza dimenticare un aspetto fondamentale: la posizione in classifica determina la qualificazione alle coppe europee e il bonus di 4 punti che la UEFA assegna per la qualificazione ai gironi della Champions League, bonus che influenza il ranking e quindi le fasce dei sorteggi. In aggiunta a ciò soltanto con la qualificazione il Napoli può intascare circa 8,6 milioni di euro distribuiti sempre dalla UEFA senza contare il maggiore potere in fase di contrattazione con eventuali nuovi sponsor e calciatori da acquistare.

Con il Leicester che si avvia a vincere la Premier League e quindi a superare momentaneamente gli azzurri nel ranking balzando nei sorteggi come testa di serie quindi, perdere il secondo posto sarebbe un fallimento soprattutto economico, aspetto decisamente più pressante e determinante dei bilanci sentimentali dei tifoso. C’è quindi da riflettere ma soprattutto da non sbagliare più.

Fabrizio Novellino
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