La strana e meravigliosa storia di Kalidou Koulibaly

Dal vocabolario Treccani, difensore: “Nello sport, giocatore delle linee arretrate di una squadra di calcio, rugby, pallanuoto, ecc., cui sono affidati essenzialmente compiti difensivi, nel senso di impedire e comunque ostacolare le azioni di attacco avversarie”. Ecco, impedire. Nel senso di evitare. Perché prevenire è meglio che curare. E in questo Kalidou Koulibaly è un maestro. Anticipare l’attaccante avversario in modo fulmineo, lasciandolo basito mentre pregustava la possibilità di andare a rete, è il suo marchio di fabbrica e la sua qualità migliore. E non è un caso allora che quando Kouli sia in giornata Reina possa tranquillamente prendere sdraio e ombrellone e adagiarsi comodo aspettando l’incedere dei minuti e il fischio finale.

Che difensore, Kalidou! Fisico, cuore, muscoli, rapidità e intelligenza in un unico pacchetto. Imperioso e arcigno, potremmo dire riesumando vecchi aggettivi affibbiati spesso ai difensori. Koulibaly è arrivato all’ombra del Vesuvio nella sessione estiva del 2015… pardon, 2014: facile confondersi quando si assiste a cambiamenti così radicali. Perché dire che nel giro di un anno Kalidou sia cambiato risulta alquanto riduttivo. Potremmo insinuare che si tratti di due difensori diversi, due gemelli, come José e Juanmi Callejòn. Di certo non è così e non vorremmo insinuare teorie complottiste: vale la pena, allora, raccontare una storia. koulibaly

Una storia che ha per protagonista un ragazzo francese. Lo vedi aggirarsi a Castel Volturno con lo zainetto sulle spalle in quella calda giornata di maggio. È (ma tu guarda!) Kalidou Koulibaly, il difensore che il Napoli ha acquistato dal Genk bruciando la concorrenza e muovendosi in anticipo. Il finale di stagione lo trascorre in Belgio, prima dell’inizio di quella nuova avventura. Kalidou a Dimaro spicca nella amichevoli per il suo fare imperioso. Ecco, avete presente queste belle prestazioni nei friendly match in Trentino? Dimenticateli. I primissimi mesi stagionali sono un incubo, a partire dagli svarioni del San Mamès. Colpa di una squadra che fatica ad ingranare e di una difesa che si trova spesso a volentieri a raccogliere il pallone dalla rete.

Koulibaly più degli altri avverte la pressione, disputa una prestazione sublime con la Roma e poi a Firenze. Ma l’altalena torna a dondolare e a Milano il francese crolla sotto i colpi di Menez e compagni. 2-0 per i rossoneri e Kalidou peggiore in campo. La stagione 2014/15 si chiude nel peggiore dei modi. A febbraio, nel momento più buio, viene escluso, poi reintegrato per salvare senza successo una barca che affonda. Alla fine della stagione si contano oltre 70 goal subiti: una Caporetto. Inter-Napoli koulibaly

Il mercato successivo purifica il Napoli dalle scorie Beniteziane e porta in dote un signore venuto dalla provincia con una bisaccia sulle spalle: è nato proprio a Napoli ma parla con un accento toscano e, a differenza di Benitez, in panchina ci va con la tuta. Lavora e fa lavorare sodo i difensori nella calura di Dimaro, fa il lavaggio del cervello a Koulibaly. Che, nel frattempo, continua a ricevere offerte. Tutte proposte che la società vaglia.

Ma, chissà per quale scherzo del destino, Kouli resta e conquista la difesa. A piccoli passi, partendo come riserva del duo Albiol-Chiriches ma scalzando in breve tempo il rumeno. Il picco più elevato della sua prima stagione azzurra, quella gara con la Roma, viene surclassato da prestazioni ancora più straordinarie. Unite, finalmente, alla continuità, quell’arma vincente che permette sempre di compiere il salto di qualità. Il cambiamento psicologico e nel morale del ragazzo si ha grazie a una scelta di vita che ne acuisce la leadership: il cambio di nazionalità. Koulibaly, stanco di aspettare una telefonata da Deschamps, sposa il progetto del Senegal, diventando una colonna portante dei Leoni della Teranga. koulibaly belotti nap torino

Il resto, finora, è storia recente, pagine di un libro ancora in fase di scrittura. Prendete la penna, che bisogna scrivere un’altra pagina meravigliosa: il rinnovo del contratto. Con la speranza di scrivere insieme la parola più bella. Un indizio: inizia con la S.

Vittorio Perrone
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