IL RIMPIANTO/ “Incredibile, il Napoli non ha mai creduto in Izzo. A pensare che ha vestito l’azzurro anche Fideleff…”

Un sassolino nella scarpa da togliersi grande quanto una casa e dall’altro punto di vista, un rimpianto difficile da digerire. Il talentuoso difensore del Genoa Armando Izzo è nato a Napoli, cresciuto a Scampia, ha soli 23 anni e, come la maggior parte dei calciatori di origine partenopea, è stato costretto a trovare fortuna altrove. Nemo propheta in patria si potrebbe urlare, per un giocatore che ha l’azzurro stampato nel cuore e che invece, si è visto solo sbattere in faccia tantissime porte.

L’edizione odierna de Il Roma ha intervistato sulle sue colonne Antonio Piccolo, presidente  della scuola calcio Arci Scampia, dove ebbe inizio all’età di sei anni l’avventura nel calcio di Izzo. Stasera infatti, il centrale ’92 giocherà per la prima volta al San Paolo da avversario dopo aver sperato – invano – di poterci riuscire con la maglia della sua città. Ecco le sue dichiarazioni.

La rinuncia del Napoli ad Izzo è il più grande mistero del calcio. Probabilmente non credevano in lui, ma una spiegazione logica non riesco a darmela, forse non esiste. Credo con l’attuale direttore sportivo, Giuntoli, Izzo non se ne sarebbe andato. Se penso poi che a Napoli sono passati difensori come Fideleff… Non so se Armando pensi ancora al Napoli, per ora vive la realtà, si gode il momento. Ovviamente Napoli è nel suo cuore, nella vita mai dire mai. Ma sono felice di quello che sta facendo, a Genoa ha trovato la sua dimensione”.

Izzo genoa

“Conoscendolo, per lui stasera sarà una grandissima emozione. È una fortuna che riesca a provare sensazioni simili. Al di là della maglia è già un grande traguardo essere lì dov’è, in Serie A, tra i grandi. Io non me l’aspettavo ma il padre sì. In trent’anni non ho mai visto un genitore così convinto del proprio figlio. Nelle categorie in cui giocava faceva la differenza, con lui abbiamo vinto tornei di ogni genere. Per un periodo, però, voleva anche lasciare il calcio: aveva perso il padre all’età di dieci anni e, forse, sentiva troppo il peso delle responsabilità».

“Poi è giunto al Napoli. In realtà è arrivato qui ben due volte: prima e dopo il fallimento. La seconda volta fu Beppe Santoro a richiedercelo.  Parliamo di un ragazzo napoletano, tifoso azzurro, col sogno di vestire la maglia del Napoli. Ce l’aveva quasi fatta, peccato. Per fortuna è arrivato il Genoa. Izzo è un esempio per tutti, deve tanto a se stesso e a chi gli è stato accanto, come il suo procuratore (Paolo Palermo, ndr). Non ha dimenticato le sue radici, spesso viene a salutare i nuovi ragazzi, li incita a non mollare. È rimasto il ragazzo che era, semplice ed umile. Il mio rapporto con il Napoli è molto buono, sento spesso con Grava, siamo amici del Napoli. Tanti nostri giovani stanno crescendo nel settore giovanile azzurro ed altri ancora presto lo faranno: ne siamo felici”.

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