Napoli e Leicester, il romanticismo interrotto dalla sfortuna e la voglia di continuare a scrivere una favola

Ecco: se il calcio fosse stato uno sport giusto, forse Napoli e Leicester avrebbero vinto. Ma il calcio è strano, non premia i più coraggiosi, non resta incantato davanti alle favole. E’ cinico e pragmatico. Allora è ovvio che Leicester e Napoli debbano inchinarsi al cospetto di Arsenal e Juventus. Colossi dal fatturato astronomico e dalle risorse illimitate: perché nel calcio non serve solo avere determinazione, servono i mezzi. Leicester e Napoli sono così lontane ma per certi versi così vicine: l’espressione del calcio romantico, quello che piace, diverte e appassiona. In quanti avrebbero scommesso sugli azzurri campioni dopo il fallimento del progetto Benitez? E quanti avrebbero azzardato un Leicester capolista in Premier dopo la salvezza stentata dello scorso anno? Solo uno, Leigh Herbert, che quest’estate ha puntato 5 sterline sui Foxes campioni. La vincita potenziale della folle scommessa la dice lunga sulle ambizioni iniziali di Ranieri e della sua ciurma: 25 mila sterline.

Leicester e Napoli invece hanno ribaltato i pronostici, facendo a sportellate con le big con un testa a testa da età dell’oro del calcio: il dualismo con la Juventus ruba la scena in Serie A, quello tra i Foxes e l’Arsenal fa lo stesso in Premier. Due vere e proprie favole, un’orchestra di calcio champagne che ha il proprio artefice in un maestro d’eccezione: il normal one Sarri e il presunto bollito Ranieri, a cui era stato dato il benservito anche dalla panchina della Grecia. Le favole sfuggono alla logica economica del calcio: a un certo punto ci si trova a dover affrontare la realtà in faccia. Sarri l’ha messa in chiaro già da tempo, è stato anche accusato di piagnisteo reiterato. Ma la realtà è che Napoli e Leicester non hanno i mezzi societari di Arsenal, City o Juventus: nelle strutture, nel fatturato, nei diritti tv e nel merchandising.

I campionati, allora, non si vincono solo sul campo: quest’ultimo passa talvolta in secondo piano. E se poi si aggiunge la sfortuna si rischia davvero di gettare alle ortiche quanto fatto di buono. I calciatori di Napoli e Leicester hanno dovuto sperimentare questa sensazione sulla propria pelle, dopo le beffe con Juventus e Arsenal. Allo Stadium Higuain e compagni avrebbero meritato quanto meno il pareggio (anche Buffon l’ha ammesso), ma si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano, con il peso e la rabbia di una sconfitta arrivata nel più assurdo dei modi. E i Foxes, al Fly Emirates, erano persino passati in vantaggio, con un rigore del solito, inimitabile e “romantico” Jamie Vardy, prima di essere raggiunti da Walcott. Ma la bestia va guardata negli occhi senza timore, se distogli lo sguardo o abbassi la guardia ti divora. Nelle figure di Danny Welbeck (al 95′) e Simone Zaza (88′).

La voglia di ricominciare è tanta, quella di tornare a vincere spasmodica, in attesa di scrivere un’altra pagina di questa magnifica favola.

Vittorio Perrone
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