Il turnover, lo sconosciuto che Sarri dovrà imparare a conoscere

Sarà un Napoli impegnato su più fronti quello di Maurizio Sarri: il campionato, la Coppa Italia e l’Europa League spremeranno la rosa fino al midollo, e importante in questo senso sarà far ruotare tutti gli elementi a disposizione, che dovrebbero essere circa 23 più alcuni giovani. Il turnover, però, è materia attualmente sconosciuta a mister Sarri, il quale a Empoli non ha mai avuto il bisogno di lasciare i pezzi da novanta a riposo. Concezione completamente opposta a quella di Rafa Benitez, che ha schierato tutti i calciatori a disposizione lo scorso anno, tranne (tolti i due portieri Colombo e Rosati) il solo Uvini.

Le scelte del tecnico spagnolo non sempre sono andate a genio ai tifosi, che gli hanno contestato più volte le assenze dei vari Mertens, Gabbiadini, Higuain, tenuti a riposo in vista di appuntamenti più importanti. Con Benitez, questo va detto, si è assistito talvolta a una vera e propria estremizzazione del turnover. Con Sarri, invece, il rischio è quello opposto: vietato incombere in una rosa spremuta fino al massimo, anche perché gli impegni la scorsa stagione sono stati 59 e non è umanamente possibile affidarsi soltanto a 12-13 elementi. 

Sarri, però, è un tecnico che non manca di spirito di adattamento: in una piazza che dovrà competere su tre fronti, si potrà adattare al concetto di turnover sconosciuto alle provinciali, senza estremizzarlo troppo come piaceva fare a Benitez. Il tutto parte da alternative all’altezza: dalla cintola in su il Napoli non ha grossi problemi, ma difesa e centrocampo hanno bisogno di qualche rincalzo in più.

La stagione, seppur lunghissima sulla carta, non è ancora alle porte: il tempo per provvedere a fornire a Sarri una rosa all’altezza ci sarà. Parte una nuova era in casa Napoli, con il turnover ancora protagonista.

Vittorio Perrone

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