CAFFÈ AZZURRO – La rabbia di De Laurentiis, la rabbia di un imprenditore

La sfuriata di De Laurentiis che si scaglia contro il sistema calcistico italiano e/o europeo è una scena che negli ultimi sette anni a Napoli si è ripetuta almeno una volta a stagione. Ieri sera però al San Paolo dietro le parole del presidente azzurro c’era qualche cosa in più, c’era la frustrazione di un imprenditore che deve lottare contro forze esterne, che provano in tutti i modi a rompere un giocattolo, costruito con fatica e con molto tempo e denaro.

La rabbia di De Laurentiis si spiega soltanto in questo modo e il suo chiamare direttamente in discussione Platini non è soltanto sintomatico di un impeto nervoso. Il patron si è scagliato direttamente contro il capo della Uefa perchè il danno che potrebbe verificarsi dopo la partita di ieri è un danno di un certo peso. 

Non tanto per la finale o per il trofeo da sollevare a Varsavia – cose importanti sì, ma non rilevanti materialmente – quanto per il giro di soldi a cui l’Europa League può portare. Si parla di un affare di circa 50 milioni di euro, tra compenso per la vittoria e qualificazione alla Champions League, vero obiettivo di questo Napoli, come dichiarato e declamato dallo stesso DeLa. 

La sua reazione allora è più che giustificabile ed è la stessa di qualsiasi presidente o imprenditore di azienda che rischia di perdere un botto di soldi per questioni non legate né alla sua persona né ai suoi dipendenti.

L’errore degli arbitri di ieri può costare non solo l’ingresso alla finale, può costare la crescita di un progetto che faticosamente sta partendo e si sta sviluppando. Stavolta De Laurentiis non parla di quel gioco con la palla che si disputa in un campo verde, parla di affari e per questo nessuno può permettersi di far passare la sfuriata di ieri come un modo per mettere pressione alla Uefa o come un modo per cercare visibilità internazionale. La sua era rabbia pura. Punto.

G. Sgambati

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