Attacco inconcludente e difesa inaffidabile ma i dati confermano che il problema del Napoli è un altro

La bruciante sconfitta contro la Lazio in Coppa Italia ha messo in evidenza ancora una volta tutti i difetti del Napoli. La squadra di Benitez nell’ultimo periodo sta confermando di avere una difesa facilmente perforabile (sarebbe bastato non prendere gol per passare il turno, ndr), ed un attacco che purtroppo non riesce più a segnare viste le tante palle gol create ed ancora una volta non concretizzate.

Eppure l’eliminazione dalla Coppa Italia ha messo in evidenza un altro aspetto che ha accompagnato gli azzurri per tutto l’anno: l’imprecisione nei passaggi. Tanti, davvero troppi quelli sbagliati in mezzo al campo sul breve e altrettanto per quel che riguarda i lanci lunghi. La poca qualità, abbinata ad una forma fisica non al top di Gargano ed Inler, ha enfatizzato queste pecche e non ha permesso mai una ripartenza pericolosa o l’imbastimento di un’azione degna di nota, se non quando il pallone passava per i piedi di Hamsik o di qualche attaccante. Purtroppo si è rivisto il Gargano confusionario e l’Inler lento ed in costante difficoltà che spesso hanno attirato le critiche dei tifosi. C’è da dire però, che l’uruguayano è reduce da un infortunio ed era alla prima gara da titolare dopo più di un mese. Il fulcro del gioco di ogni squadra è il centrocampo, ma la mediana del Napoli è stata sempre in difficoltà ed è stata quindi surclassata da Parolo, Biglia e soci.

Anche i numeri confermano che la partita del centrocampo è stata inguardabile: 388 i passaggi su breve distanza effettuati dal Napoli, di cui il 79% riusciti, cioè 82 sbagliati (alcuni anche da 2 metri). Ben più grave il dato riguardante i passaggi lunghi che sono stati 73, di cui soltanto il 14% arrivati a destinazione (non più di 10). Lanci che spesso venivano fatti dai difensori vista l’inconsistenza di Inler e di Gargano, e con palloni che puntualmente venivano raccolti dalla difesa avversaria visto che il pur forte attacco azzurro certo non eccelle in altezza. Le stesse seconde palle erano sempre preda del centrocampo biancoceleste. Per non parlare poi dei cross sempre sballati a mai utili per gli attaccanti: 25 palloni messi al centro dell’area ma soltanto il 5% utili, ovvero solo un cross giocabile.

Numeri che parlano chiaro: la qualità del centrocampo alla fine fa emergere i veri valori di una squadra e quello del Napoli, di qualità, ne palesa spesso troppo poca.

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Pasquale Giacometti
Twitter: @Pasquale89G

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