Il Brasile chiama, l’Argentina risponde: stasera all’Olimpico sotto i riflettori Felipe Anderson e Gonzalo Higuain

Grandissimo talento, stoffa da leader, età diverse ma l’onere e l’onore di trascinare per mano le proprie squadre. Stasera all’Olimpico due osservati speciali su tutti: sotto i riflettori Felipe Anderson e Gonzalo Higuain, fuoriclasse che proveranno a mettere la loro firma nella semifinale di andata di Coppa Italia stasera tra Lazio e Napoli.

DAL BRASILE CON FURORE. Seconda stagione in biancoazzurro per Felipe Anderson, classe 1993 ed un curriculum davvero splendido nonostante la giovane età. Ben 61 presenze e 7 reti con il Santos in tre stagioni, 32 e sei marcature con la Lazio, a conferma della sua netta crescita e della definitiva consacrazione. Ma soprattutto, sono stati gli ultimi tre mesi a farlo conoscere al meglio in particolar modo al calcio italiano: il 7 dicembre 2014 sigla il primo gol in A contro il Parma in trasferta. Il 21 dicembre la prima doppietta nel big match contro l’Inter fino alla consacrazione nel derby contro la Roma: assist per il gol di Mauri e splendida marcatura personale. Ma non solo numeri e palmares: grandissima tecnica e versatilità in tutta la porzione avanzata del campo, qualità che gli permettono di essere decisivo contro qualsiasi avversaria, particolarmente velenoso anche nei calci piazzati ed invidiato da tutte le big del calcio internazionale. La Lazio se lo tiene stretto e lo coccola, così come i tifosi dei quali è tra gli indiscussi beniamini.

UN PIPITA D’ORO. Dall’altra parte del campo, un fuoriclasse già affermato e con un grande carico di esperienza. Parliamo di Gonzalo Higuain, classe 1987 ex Real Madrid e tra le punte di diamante della Nazionale Argentina. Anche per lui seconda stagione in maglia azzurra e numeri davvero da brividi: 59 presenze e 29 reti totali con i partenopei, con all’attivo già dodici reti in campionato e diciannove totali. Ma il Pipita, così come lo chiamano compagni di squadra e tifosi, non è semplicemente il terminale d’attacco della squadra partenopea: né è il fulcro, la mente, il cuore, la rabbia. E’ fonte di assist per i compagni, ragionatore tra le linee, finalizzatore, trascinatore. E’ il simbolo di una squadra che vuole arrivare lontano m che, a volte, è la prima nemica di se stessa. Stasera all’Olimpico è in ballottaggio con Duvan Zapata ma, anche se per un minutaggio minore, darà sicuramente il suo apporto alla causa per conquistare la finalissima di Coppa Italia e provare a rialzare nuovamente il trofeo sotto il cielo di Roma. Prima però c’è una Lazio da superare ed un’altra bella prestazione da collezionare.

Alessia Bartiromo
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