Il peccato originale continua a condizionare. Contro squadre come il Torino si è destinati a soffrire

Una brutta sconfitta. Uno stop inatteso quello arrivato all’Olimpico di Torino l’altra sera, contro una squadra, quella di Ventura, certamente forte e tra le più in forma del campionato, ma assolutamente non superiore al Napoli, sia come valori tecnici che come motivazioni.

PECCATO ORIGINALE – Rafa Benitez ha trovato il giusto equilibrio quando ha inserito in mediana David Lopez e Gargano: i due hanno dato sprint e fiato al centrocampo, scalando posizioni nelle gerarchie e allo stesso tempo mettendo in luce il peccato originale che questa squadra si porta dietro ormai da tempo. Il Napoli non ha in rosa un giocatore che, con le sue idee, possa accendere la luce a centrocampo quando si affrontano squadre come il Torino, che si rannicchiano in spazi cortissimi concedendo pochissimo agli avversari. Al di là degli errori difensivi, che di tanto in tanto continuano a fare capolino, gli azzurri all’Olimpico avevano tutto il tempo, dopo il gol di Glik, di pareggiare ed eventualmente ribaltare il risultato. Ma il predominio territoriale è stato sterile: mancavano idee per aggirare il muro granata.

RIMEDIO – Cosa fare allora? Rassegnarsi a soffrire sempre contro squadre così? Probabile che il Napoli andrà spesso in difficoltà quando troverà compagini chiuse in pochi metri di campo, ma per ovviare a questo problema un modo c’è: bisogna aggredire alto l’avversario, non dargli respiro; esattamente quello che non è successo a Torino. Ed è comunque una cosa non semplice da fare con continuità, soprattutto quando si gioca ogni tre giorni. Un problema atavico, e di non facile soluzione.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

 

 

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