A Palermo a caccia di equilibrio. È Rafa Benitez a stabilire l’obiettivo, utilizzando, tanto per cambiare, una figura retorica. “È come chiedere ‘ti piace di più papà o mamma?’ Non si può scegliere” ha dichiarato stavolta lo spagnolo. Una frase che lascia intuire le idee di Benitez, intenzionato a ritrovare un equilibrio tra la fase offensiva e quella difensiva, quest’ultima più trascurata dalla compagine azzurra. Primo obiettivo da realizzare a Palermo: un mix tra le due fasi. Un echilibrio, per dirla alla spagnola.
COMPLESSI. Perché il Napoli, si sa, in questa prima parte di stagione ha sofferto del complesso di Edipo (dando per scontato che la madre rappresenti la fase offensiva): gli azzurri sono il secondo miglior attacco del campionato, con 41 reti segnate, inferiori soltanto ai 47 goal realizzati dalla Juventus capolista. Il Napoli ha poi la miglior coppia goal del campionato: dodici marcature per Higuain, nove per Callejon. 21 totali, più della coppia Tevez-Vidal, autori in totale di una rete in meno. Ottimi dati per il Napoli, un potenziale offensivo che gli azzurri dovranno sfruttare al massimo nel rush finale della stagione. Dati impietosi, invece, quelli che riguardano la fase difensiva, flagello dei partenopei nella prima parte di stagione. Il Napoli ha subìto 27 goal, più di Roma, Juventus, Fiorentina, Lazio, Sampdoria, Genoa, Torino, Chievo ed Empoli. Un dato che certamente non riflette l’andamento di una grande squadra che occupa il terzo posto in classifica e che combatte per il secondo.
IL RICHIAMO. Così non va, anche se “nell’ultimo periodo siamo migliorati” sostiene Benitez. Il Napoli è davvero migliorato? Si, se si considerano i risultati, che confermano la tendenza positiva della squadra di Rafa. Eppure nelle ultime otto partite, da Cesena ad oggi, il Napoli ha mantenuto la porta inviolata soltanto contro la Lazio. Reti subite in modo anche ingenuo, come quella rimediata contro il Chievo (autorete di Britos), oppure quella segnata dall’Udinese al San Paolo la scorsa settimana. Errori da non commettere più, a partire già da Palermo. Perché talvolta un attacco spettacolare non basta.
Vittorio Perrone