Spirito di sacrificio e intelligenza tattica: Gabbiadini e quel doppio ruolo che ha già fatto suo

E’ ancora il cuscino a suggerire a Rafa la formazione vincente per la gara con l’Udinese che, dopo l’amara eliminazione dalla Coppa contro gli stessi azzurri, torna al San Paolo nella speranza di rubare quantomeno un punto prezioso. La indovina subito, invece, il tecnico spagnolo, che si affida a Mertens e Gabbiadini dal primo minuto di gioco, lasciando fuori Callejon e De Guzman. A centrocampo torna Inler e la difesa è stranamente orfana di Koulibaly, che lascia il posto a Britos. La vittoria partenopea porta la firma dei due esterni d’attacco sopracitati, che chiudono i conti dopo appena 21’: prima il belga, poi l’ex Samp, che in appena una settimana confeziona il secondo gol in maglia azzurra.

La prestazione del bergamasco è degna di nota: personalità di spicco, che gli consente di proseguire la linea positiva di reti iniziata con la maglia della Samp nella prima parte di stagione. L’assist al bacio di Hamsik serve il giovane attaccante, che si inserisce tra le linee e la piazza dentro. Fuorigrotta è già pazza di lui. Il fiuto del gol non gli è mai mancato, ma Manolo non è solo questo. Nella gara con i friulani conferma l’adeguamento al modulo di Benitez e la sua propensione verso un ruolo, che sì gli si addice, ma dalla doppia importanza per Rafa. Una partita di sacrificio, che lo costringe ad arretrare, così com’è abituato il suo compagno di reparto Callejon, che prenderà il suo posto a pochi minuti dall’inizio della ripresa.

Poco più di un tempo per il neo azzurro, che fatica parecchio, ma non delude. La sua posizione arretrata non gli garantisce una fase di sprint sensazionale, complice la prestazione deludente di Britos, che fa peggio del solito e costringe gli esterni d’attacco a rendersi ancora più efficaci in fase di non possesso. Più alto Mertens, che gode del rientro di Ghoulam su quel lato, mentre Gabbiadini è costretto a coprire Maggio e i suoi spostamenti verso il centro dell’area di rigore sulle azioni d’attacco avversarie. Tanto fiato, tanta testa e un briciolo di cuore, quello di Manolo, che già si tinge d’azzurro. Spirito di sacrificio e polmoni da vendere, che si uniscono a quell’intelligenza risaputa che ha fatto di lui elemento vincente del mercato di gennaio.

FRANCESCA DI VITO

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