Napoli super offensivo e fuori dagli schemi, così Benitez restituisce ordine e compattezza

Un insolito undici titolare quello schierato da Rafa Benitez nella trasferta del “Bentegodi”. In panchina Hamsik e Callejon, per De Guzman e Gabbiadini, con Mertens sulla fascia sinistra. Inaspettata e particolarmente offensiva, nel tentativo di portare quanto prima il risultato a proprio favore. Usa tutte le pedine Benitez, nuove e fresche, sperando di spostare il baricentro nella metà campo avversaria, investendo le energie e le doti tecniche dei vari protagonisti per concretizzare e andare a segno. E ci riesce dopo 18’, con un lancio al volo di Higuain che serve Gabbiadini: è il neo acquisto il protagonista della prima rete azzurra, che non riesce nel tentativo di dribbling sul portiere gialloblù, ma favorisce un generoso autogol di Cesar, sull’immediato rimpallo. Il destino beffa gli azzurri e pareggia i conti nello stesso identico modo in cui si era presentato nell’occasione del precedente vantaggio.

DISORDINE E DISTRAZIONE – In campo c’è poco Napoli, poca concretezza e manca quello sprint a cui Rafa avrebbe voluto affidarsi. Il centrocampo, che si ripresenta in versione Lopez-Jorginho, è poco palpabile. Si disperde e concede campo agli avversari, che più volte si rendono pericolosi spedendo la palla nell’area piccola, dove il reparto arretrato rimedia in malo modo. E’ un Napoli che soffre e si sbilancia, non riuscendo ugualmente a concretizzare le occasioni, né a costruire un gioco degno dei vertici della classifica. Distrutto ogni equilibrio, complice l’abitudine dei due esterni d’attacco che scendono ripetutamente senza affiancare il duo di centrocampo. Sia Mertens che Gabbiadini arretrano a sprazzi, lasciando a De Guzman il compito di filtrare e impostare le ripartenze azzurre. Poi la meraviglia di Gabbiadini, che stavolta colpisce e affonda, con un controllo e una stoccata che ricorda quasi il Pandev delle migliori giornate.

COMPATTEZZA FINALE – Il vantaggio azzurro spiana la strada agli uomini di Benitez, che tornano sugli attenti, aiutati dal contraccolpo subito dagli avversari. Rafa rimette in sesto la squadra, cercando di riportare gli equilibri in campo. Lo fa togliendo Gabbiadini, che si prende gli applausi di quella fetta pubblico azzurro per nulla silenzioso. Solo applausi per Manolo, che alla prima da titolare si mette in luce come può; al suo posto Callejon, in soccorso dello stakanovista Maggio, che corre ancora ma può e deve, finalmente, arretrare e tornare a fare il terzino. E’ la volta poi di Gargano, mastino indiscusso del centrocampo partenopeo, che contribuisce a quella fase di interdizione di cui non si è invece reso partecipe Jorginho nei 67’ di impiego. E’ di nuovo un Napoli compatto, pronto a reggere la pressione di un Chievo che non ha mollato del tutto la presa. Così torna a funzionare la scacchiera azzurra, fino allo scadere e al triplice fischio. I tre punti richiesti da Benitez sono nelle casse del Napoli, che accorcia sulla Roma e prende le distanze da Sampdoria e Lazio, blindando ufficialmente il terzo posto.

Francesca Di Vito
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