De Guzman, il talismano di Benitez tutto corsa e qualità ma che tradisce sotto porta

Rafa Benitez ha trovato il suo il totem, il suo talismano, il suo portafortuna: trattasi di Jonathan De Guzman, voluto a tutti i costi dall’allenatore spagnolo nel mercato estivo. Contro il Chievo Verona l’olandese viene schierato ancora una volta nell’undici titolare e lui offre quella che potrebbe sembrare la solita prestazione sufficiente dietro la quale si nasconde un gran lavoro infaticabile in campo che, spesso ingiustamente, non risalta agli occhi degli spettatori.

Jonathan è un giocatore fatto per i tatticismi, per dare equilibrio alla propria squadra. Non è un giocoliere del pallone né tanto meno un goleador ma di fronte a certe colossali occasioni ci si aspetta il piglio cinico e vincente dei primi mesi all’ombra del Vesuvio. Contro il Genoa, in due opportunità, aveva lasciato strozzato in gola l’urlo dei tifosi azzurri e a Verona ci è cascato ancora; Mertens vola sulla corsia mancina e gli offre in area un rigore in movimento da dover solo appoggiare in porta, ma tanto per non smentirsi, lo calcia alle stelle e si dispera.

A dispetto dei suoi 6 gol stagionali, 3 in campionato e 3 in Europa League, ultimamente ciò che gli manca è una maggior dose di cinismo e precisione, riequilibrate però dall’infinito lavoro in fase di pressing, di rifinitura e di collegamento tra i reparti che lo fa arrivare stanco e annebbiato nel momento di convolare a nozze con il gol. Benitez continua a ribadire la grandissima utilità del giocatore e spesso lo preferisce a giocatori tecnici e veloci come Mertens e Gabbiadini per schierarlo nella formazione tipo; ma a questa preziosa utilità potrebbe unirsi anche pizzico di precisione sotto porta, soprattutto quando il risultato è ancora in bilico.

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