Una stella brilla al “Bentegodi”, corsa, intelligenza tattica e tanta qualità. Il migliore in campo per SpazioNapoli è…

Da Verona era atteso un segnale, è arrivato, forte. Con il brivido, certo, come da migliore tradizione contro il Chievo, ma ciò che conta in queste sfide è la sostanza. Sostanza comunque accompagnata da note indubbiamente positive, dalle conferme sugli esterni, con uno Strinic sempre più protagonista, al solito imponente potenziale offensivo. Ma il pomeriggio in terra veneta ha un protagonista che ha ripagato a dovere le, dovute, attese. Il fiore all’occhiello della campagna acquisti azzurra: Manolo Gabbiadini. Il numero 23 azzurro è il migliore in campo di questo Chievo – Napoli.

Benvenuto – Nell’undici titolare per la prima volta in campionato, l’ex attaccante doriano mostra subito di comprendere come il segnale lanciato da Benitez non vada lasciato cadere, così, nel vuoto. Un’occasione importante, nella rotazione alla vigilia della sfida di mercoledì di Coppa. Fin dalle prime battute appare molto più a suo agio nelle linee disegnate dal tecnico spagnolo. Del resto l’ottimo lavoro in allenamento era già stato, più volte, annotato e attestato. L’inserimento sul filtrante sublime di Higuain è praticamente perfetto, Bizzarri si oppone ma la carambola con Cesar confeziona il vantaggio azzurro. Pronti via e c’è subito il suo timbro sulla sfida del Bentegodi. La sua prestazione diviene un crescendo, perfetto il lavoro sia in fase d’attacco che in quella di sacrificio, da cui l’economia del gioco azzurro non può prescindere, ma è nella seconda frazione di gara che il classe ’91 decide di portare a casa la palma di migliore in campo. Si destreggia sempre con maggior disinvoltura, cerca la proiezione centrale, dove riesce a dare il meglio. D’alta scuola il numero con cui ipnotizza Cesar, ancora lui, e cerca il destro, non il suo piede, trovando ancora un attento Bizzarri. Nulla può, però, il portiere argentino in occasione del raddioppio, questa volta tutto suo. Strinic lo imbecca con precisione, movimento da attaccante puro e fendente preciso, a sigillare tre punti di platino. La prima gemma è già agli archivi, la storia di Gabbiadini in azzurro è solo agli inizi.

Edoardo Brancaccio

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