Alla ricerca di un segnale. Una sterzata sul mercato per riaccendere entusiasmo e lanciarsi in un impegnativo rush finale

Il modus operandi della società azzurra sul mercato appare acclarato, che la campagna di riparazione per il Napoli sia già giunta a conclusione è pressoché un dato di fatto, quasi una sentenza. Il calciomercato, però, è da sempre il regno degli istanti, degli attimi colti a piè sospinto. Delle occasioni da fare proprie cercando una svolta improvvisa, decisiva. Nulla è mai chiuso prima del fatidico gong. Un innesto dal giusto profilo, per la mediana (meglio) o per la retroguardia – sebbene Benitez non abbia lasciato aperte molte finestre – con il quale lanciare il decisivo guanto di sfida ad una Serie A che oggi ha un solo, forse dispotico, padrone. Ma che lascia nelle proprie pagine aperte mille sfaccettature.

Prospettive – La galoppata, recente, dei ragazzi di Benitez ha riportato quel pizzico d’entusiasmo che solo la continuità, quest’anno mai avuta, riesce a regalare. Quattro vittorie nelle ultime cinque gare – nel mezzo solo la sconfitta casalinga con la Juventus – accompagnate da un passo tutt’altro che implacabile della Roma, hanno riportato lo sguardo oltre. Necessario guardarsi da realtà che alla terza piazza credono, a ragion veduta, come Lazio, Sampdoria, Fiorentina. Ma gli orizzonti con un intero girone di ritorno a disposizione possono andare oltre la porta di servizio della coppa dalle grandi orecchie.

Perché si deve – Doveroso credere, con i piedi ben saldi a terra, al secondo posto, quello che garantisce un’estate all’insegna della calma, della programmazione. L’accesso diretto in Champions, garanzia di introiti e appeal internazionale, il miglior modo per continuare un ciclo fatto di presenze in Europa costanti e di vertici della Serie A, Benitez o non Benitez, qualunque sia la scelta del tecnico azzurro a fine stagione. Ma gli aspetti tecnici, economici e di programmazione non sono tutto. Un colpo di mercato come segnale, forte, ad una piazza mai quest’anno preda di mille umori, continue altalene di sensazioni, dalla rabbia per le premesse non mantenute, per la ferita profondissima in terra basca, alla gioia per la Supercoppa, al momento positivo di una squadra in lotta su tutti i fronti. Dare una risposta affermativa a quella che rappresenta una prova del nove, lasciando intendere con i fatti che quest’anno nulla è stato, per davvero, lasciato intentato, nonostante gli errori estivi, che del resto possono arrivare e messi talvolta in conto. Garantire dunque a tutti gli effetti quello spalla a spalla più volte richiesto dal tecnico, riaccendendo, definitivamente, una piazza alla quale basta una scintilla per esplodere e tornare ad essere per davvero quel dodicesimo uomo che quest’anno troppo spesso, come la squadra, ha balbettato.

Perché si può – Gli innesti di Strinic e Gabbiadini rappresentano un mercato da sette pieno, due innesti lungimiranti, di spessore. Un acquisto oculato, però, non andrebbe sicuramente a scompaginare gli equilibri della società del presidente De Laurentiis, soprattutto se congeniale all’ottenimento della certezza di quell’obiettivo mai nascosto, quel risultato sportivo ed economico essenziale per tenere il progetto Napoli ai vertici. Uscire, per una volta, dagli schemi del: “Si acquista in caso di cessioni”. Superare un leit-motiv troppe volte riproposto. Gettare, per una volta, il cuore oltre l’ostacolo, garantendo a Benitez un centrocampista di personalità o un difensore d’esperienza. Una provocazione, certo, ma di certo non un’utopia, per rendere questo gruppo sempre più competitivo in vista di un finale di stagione in cui nulla, ad oggi, è ancora scritto.

Edoardo Brancaccio

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » Alla ricerca di un segnale. Una sterzata sul mercato per riaccendere entusiasmo e lanciarsi in un impegnativo rush finale

Impostazioni privacy