Le pagelle di Napoli – Udinese: gli azzurri soffrono ma approdano ai quarti

Andujar 7: Seconda presenza per lui in azzurro, da vero protagonista. Incolpevole sul vantaggio di Thereau dove gli azzurri sono totalmente proiettati in avanti, stessa sorte in occasione del gran tiro di Konè. Quando chiamato in causa appare sicuro, sia tra i pali, con una serie di interventi importanti, che in uscita. Ipnotizza Allan con una gran parata e regala la qualificazione ai partenopei.

Mesto 6,5: Risponde all’appello di Benitez con convinzione, una prestazione convincente per l’esterno ex Reggina e Udinese. Tanta quantità garantita in entrambe le fasi di gioco, attento in fase difensiva, non fa mancare il suo apporto quando c’è da sovrapporsi in avanti. Impeccabile dagli undici metri.

Britos 5: Torna nel suo ruolo naturale, ma la musica non è di certo soave. Spesso incerto, colpevolmente assente in occasione del contropiede con cui i friulani vanno in vantaggio, rischia enormemente su Aguirre all’inizio dei tempi supplementari, salva la faccia grazie ad un buon intervento nel finale. Paradossalmente meglio in avanti quando riesce a garantire qualche pallone interessante. Il ritorno alle origini è da dimenticare.

Henrique 5,5: Soffre meno del compagno di reparto ma patisce comunque la rapidità degli avanti friulani. Cerca di guidare la retroguardia in una serata tutt’altro che semplice ma il livello non è convincente come nelle ultime apparizioni.

Strinic 6,5: Due indizi che cominciano a fare una prova. Una freccia sull’out mancino, si propone con continuità per tutto l’arco della gara, sebbene alla distanza arrivi un ovvio leggero calo. Preciso in appoggi e inserimenti, sempre con i tempi giusti. Una costante spina nel fianco per la squadra di Stramaccioni.

Jorginho 6: Novanta minuti che sanno di crescita, cerca sempre l’imprevidibilità dettando i ritmi in verticale. Una partita alla ricerca di una fiducia da ritrovare, la stessa che lo porta a sostituirsi a Mertens dagli undici metri e a realizzare per il pareggio azzurro. Alla distanza cala il suo ritmo, è nuovamente freddo nella lotteria dagli 11 metri.

Gargano 6,5: Una prestazione da vero leader. Solita incetta di palloni recuperati e chilometri macinati senza mai tirare indietro la gamba. Non lesina dal proporsi anche in avanti, sfortunato quando alla mezz’ora cerca il colpo mancino da fuori trovando solo il palo. Il San Paolo gli tributa a più riprese le giuste ovazioni, ormai fondamentale.

De Guzman 6: Benitez lo inserisce per dare una sterzata definitiva alla gara, prova a lasciare il timbro ma senza fortuna. Preciso dal dischetto

Gabbiadini 5,5: All’esordio da titolare cerca di prendere le misure del nuovo contesto tattico, che a tratti gli appare, ad ora, ancora indigesto. Staziona sull’out destro e gioca spesso spalle alla porta, molto meglio quando riesce a proiettarsi al centro. Cerca spesso i compagni, insidioso sui calci piazzati, è pericoloso in un paio di occasioni.

Callejon 5,5: Subentra a Gabbiadini ma non riesce a cambiare il passo degli azzurri nel corso dei supplementari, una comparsa.

Hamsik 6,5: Si batte, prova per tutto l’arco della gara a trascinare i compagni, da capitano. Cerca i compagni, talvolta peccando di imprecisione, si inserisce con costanza, impattando più volte su un ottimo Scuffet. La sfida sembra stregata ma nel primo tempo supplementare trova la bordata da antologia con la quale la pratica qualificazione appare, illusoriamente, archiviata. Non trema dal dischetto.

Mertens 5: Parte la sfida ed ha subito l’occasione di diventare protagonista, il rigore però si stampa sulla traversa a Scuffet battuto e da lì la gara diviene un costante ribaltamento di fronte. Alterna apatia e imprecisione a fiammate improvvise, causa l’espulsione di Widmer, senza garantire però quella continuità di cui gli azzurri avrebbero bisogno.

Duvàn 6,5: Tiene in costante apprensione la retroguardia bianconera. Pronti via e subito guadagna un rigore su invito di Strinic,  tanta lotta e costanti sportellate, portando in dote la solita straripante forza fisica. Nella seconda frazione di gara lo spartito non cambia ed i rigori guadagnati diventano due, con un pizzico di malizia. Pochi i palloni da battere a rete ma tanta lotta. A volte pecca di un pizzico di egoismo.

Higuain 6,5: Entra nel finale per uno Zapata stremato, ai dati statistici c’è solo un bel lancio tagliato. Mezzo voto in più per la freddezza con cui, a poco dall’ingresso, sigilla il passaggio ai quarti degli azzurri.

Edoardo Brancaccio

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