Il rinnovo di Rafa è una speranza, ma sembra lontano. Chi al suo posto? Focus SN: Mihajlovic e Montella, i pro e i contro

Rafa Benitez resterà a Napoli? Il tormentone ormai è iniziato, e le voci si susseguono numerose. De Laurentiis vorrebbe continuare con il tecnico spagnolo, per dare continuità alla rivoluzione intrapresa un anno e mezzo fa e provare – con acquisti mirati – a inserirsi concretamente nella lotta per lo scudetto. Dal canto suo Benitez nutre dubbi sulla possibilità, almeno a breve, che il Napoli possa crescere in maniera notevole sotto tutti i punti di vista. Vive praticamente a Castel Volturno, la mancanza della famiglia è un altro aspetto che potrebbe convincerlo ad avvicinarsi a casa, accettando magari una delle offerte che provengono dalla Premier League. Nei prossimi mesi, si spera quanto prima, la verità verrà fuori. Intanto proviamo a immaginare il suo successore, analizzandone i fattori positivi e quelli negativi che potranno influire nella scelta di De Laurentiis. Il numero uno partenopeo su una cosa è stato ben chiaro: il Napoli continuerà nel suo processo di internazionalizzazione. Che attenzione però, non significa per forza l’avvento di un nuovo tecnico straniero.

Oggi poniamo l’attenzione su Sinisa Mihajlovic e Vincenzo Montella. Due tecnici giovani eppure già rodati, anche se non ad altissimi livelli.

VINCENZO MONTELLA

PERCHÈ SÌ – Malgrado la giovane età, l’Aeroplanino ha già un buon bagaglio di esperienza, accumulata grazie alle numerose panchine in Serie A e in Europa League. Nel massimo campionato italiano ha allenato, oltre alla Fiorentina, anche Roma e Catania. Secondo fattore importante, il luogo di origine. Montella è nato a Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, e pertanto incarna al meglio lo spirito della napoletanità, qualità richiesta esplicitamente dal presidente De Laurentiis al nuovo tecnico prima dell’ingaggio ufficiale di Benitez. Terzo ma non ultimo, Montella potrebbe reggere bene la pressione di una piazza importante come Napoli, avendo già allenato squadre con tifoserie “esigenti” come Roma e Catania. Il suo stile di gioco, moderno ed europeo, rappresenterebbe un’importante linea di continuità con il passato.

PERCHÈ NO – “Io, come voi, voglio vincere”. E’ stato a lungo questo il motto di Aurelio De Laurentiis, rivolto ai tifosi. L’obiettivo principale è lo scudetto, che manca ormai da quasi 25 anni. E’ proprio questo il quesito da porsi: Montella è pronto a fare finalmente il salto di qualità e a puntare alla vittoria del titolo dopo quasi tre anni trascorsi a lottare per l’Europa? Ancora: nemo propheta in patria. Abbiamo parlato della capacità di Montella di gestire la pressione di una piazza importante, ma se essa fosse proprio il suo luogo di nascita? Un’ulteriore domanda che mette in dubbio la candidatura dell’Aeroplanino. E infine, il modulo, quel 3-5-2 o 4-3-1-2 che così tanto si distacca dalle caratteristiche dei giocatori attualmente a disposizione di Benitez.

SINISA MIHAJLOVIC

PERCHÈ SÌ – Ha una buona carriera da allenatore alle spalle, che l’ha visto vice di Mancini negli anni d’oro dell’Inter, ct della sua Serbia e tecnico di Bologna, Catania, Fiorentina e infine Sampdoria. La gavetta insomma non gli manca. Il modulo che utilizza Sinisa è il 4-2-3-1, alternato al 4-3-3, cosa che potrebbe facilitare il cambio di allenatore ai calciatori azzurri, e che potrebbe esaltare le caratteristiche di Manolo Gabbiadini, che tanto bene ha fatto proprio sotto la guida di Mihajlovic. E poi la trasformazione di Okaka, da meteora a titolare inamovibile, avvenuta proprio grazie a lui, è uno stimolo in più per i calciatori che hanno deluso le attese in quest’avvio di stagione (un esempio su tutti: Jorginho).

PERCHÈ NO – Caratteri opposti, quelli di Benitez e Mihajlovic. Più pacato nei modi il primo, un vero sergente di ferro il secondo. Un cambio radicale che potrebbe scuotere l’ambiente. I giocatori si troverebbero privati del giorno di riposo dopo gli impegni di campionato. Un regime più severo rispetto a quello dello spagnolo che potrebbe portare benefici ma anche danni nell’ambiente partenopeo. Per il serbo vale poi lo stesso discorso fatto per Montella: è pronto per il salto di qualità, per puntare allo scudetto? E’ per questo che la scelta di Mihajlovic rappresenterebbe una scommessa.

1 – Continua

A cura di: Vincenzo Balzano, Vittorio Perrone, Luigi Fervide

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