Tanta intelligenza e lavoro oscuro per De Guzman ma i margini di crescita sono ancora altissimi

E’ arrivato a Napoli senza clamori, con l’umiltà di chi sa che per emergere in una piazza esigente e passionale come quella partenopea, serve un profilo basso, tanta dedizione, spirito di sacrificio e costante lavoro. Jonathan De Guzman si è saputo ritagliare uno spazio importante nelle gerarchie di Benitez, adattandosi sempre al meglio alle richieste del suo tecnico, vero e proprio jolly del reparto offensivo partenopeo. Nel novembre nero dove sono venuti a mancare al contempo Insigne e Mertens per infortunio, non ha disatteso le aspettative, confermandosi inoltre una vera e propria macchina da gol, cinico e risolutivo. Si era infatti presentato al meglio la prima giornata di campionato siglando al 95′ il gol vittoria all’esordio in campionato contro il Genoa, definendo una parabola sempre più ascendente.

LAVORO E RISULTATI. DeGu, così come lo chiamano gli amici, sa però che la rosa del Napoli è molto competitiva in attacco e non può permettersi neanche un attimo di disattenzione. Si allena sempre di più, accrescendo il suo feeling con i compagni, riuscendo a fare la differenza appena tocca palla. Una splendida tripletta in Europa League contro lo Young Boys tra le mura amiche ed ancora una rete contro il Cagliari e l’Empoli, regalando appena entrato il pari agli azzurri. Insomma, con il tempo ha conquistato Benitez, i tifosi e tutta la società, agendo sia da vice Hamsik che sull’out mancino, collezionando inoltre splendide prestazioni fino alla gara di Supercoppa a Doha dove colleziona un assist per Higuain, lasciando poi spazio a Jorginho.

LUCI ED OMBRE ALL’OLIMPICO. Da dopo la sosta natalizia però, è protagonista di una ricca staffetta con Mertens, che sta ritrovando la migliore forma fisica e lo smalto di un tempo. Contro il Cesena è sceso in campo lasciando poi spazio al belga, mentre ieri a Roma contro la Lazio, hanno agito all’unisono, sfruttando al meglio la decisione di Benitez di far partire Hamsik dalla panchina. Luci ed ombre però per l’olandese, in un ruolo non propriamente suo. Ha agito tra le linee cercando di aiutare anche la mediana, impostando e ragionando, mettendo ordine in campo con precisione ed intelligenza. La sua dote più che offensiva però ne ha risentito, lasciandolo poco lucido in fase di finalizzazione, non facendo mai trovare pronto dai compagni di reparto. A tratti spaesato e poco cinico, non ha reso come sempre, non riuscendo a rendere più ghiotto il passivo ai danni di Candreva e soci, che hanno provato ad agguantare il pari fino all’ultimo respiro.

I MARGINI DI MIGLIORAMENTO. La sufficienza striminzita in pagella è un voto troppo basso rispetto alle sue potenzialità ed a ciò che ci ha abituato a vedere. I margini di miglioramento sono ancora molto alti e con lui quelli del Napoli tutto che, quando ha in forza i suoi migliori giocatori, riesce a vincere e convincere con facilità. Abbinare qualità e tattica ad un gioco più cinico e spietato: questo è ciò che i tifosi si aspettano da De Guzman che, con l’assenza di Michu e quella di Insigne, si rivelerà sicuramente una pedina ancora molto preziosa per lo scacchiere del Napoli e di Benitez in prossimità di un tour de force veramente impegnativo.

Alessia Bartiromo
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